giovedì 4 aprile 2013

Edificio 17A - Pinò







Non ci sono molte parole. Non le abbiamo mai avute. Forse non le avremo mai. Fra noi racconti futili per coprire il silenzio. Quello che vorremmo sentire l'uno dall'altro lo mettiamo in uno sguardo. Non abbiamo imparato le parole. Il suo insistere sul chiamarmi “Toti” e io lui “Pinò”. Che “Toti” è come venivo chiamato in famiglia. Che quell'accento sulla o di “Pinò” lo rende più affettuoso. E' il massimo che ci sappiamo concedere. Mi ritrovo adesso a misurare i miei limiti nei suoi confronti. Conoscere, ora, le parole e far fatica a tirarle fuori

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