mercoledì 17 novembre 2010

Ora era grande




impasto bene
la calda cenere
dove cova la magia
se questa carne ha cuore
senza paura
accetterò l'inganno




Da lontano si ha una visione d'insieme. Alcuni disegni risaltano meglio. Non si è distratti dai piccoli particolari. Mentalmente non sempre è così. Allora sono andato a riguardarlo. Con in mano la bottiglia da mezzo litro piena d'olio d'oliva. Non salire la prima rampa di scale a due a due come faceva sempre. Ma uno scalino alla volta. Per arrivare fino al quarto piano. Nell'ultima rampa di scale una parte dell'olio si versa per terra. Si era distratto, era inciampato in uno scalino e parte dell'olio adesso colava da un gradino all'altro. Lentamente. Lui si sedette su un gradino posò la bottiglia accanto a sè e chiuse gli occhi. Credeva che avrebbe ricevuto aiuto. Un ragazzino modello si meritava il miracolo. Passarono una decina di minuti prima che riaprisse gli occhi. Guardò la bottiglia. Il livello dell'olio non era cambiato.
Come avrebbe potuto presentarsi a casa? Guardava la porta in finto mogano e non aveva il coraggio di suonare il campanello.
Poi pensò al miracolo dell'olio non avvenuto. Al senso di abbandono e solitudine. Ad una porta che avrebbe attraversato con uno stato d'animo diverso da quando era uscito. Aveva preso coscienza che i miracoli o non esistono o non erano per lui. Che doveva affrontare il resto senza questa speranza. Anche quella porta di casa. Anche la responsabilità della caduta dell'olio.
Tirò un sospiro di sollievo e suono il campanello. Ora era grande.