lunedì 31 dicembre 2012

Bisogna sempre essere ottimisti II

Arrivo in ritardo in ospedale. Corro, si fa per dire, visto che i bruciori all'ano mi rallentano parecchio l'andatura. Fila per il modulo per il ticket. Fila per pagare in banca. “Mi scusi, ho fretta, può pagarsi questo ticket?” “Abbiamo tutti fretta. Oggigiorno tutti abbiamo fretta”. Finì con calma la sua operazione e poi finalmente mi mette tre timbri. Ritorno allo sportello precedente per consegnare copia del pagamento. “Quindi possiamo escludere un'infezione. Come va?” Gli dico che non è cambiato nulla. Ho sempre questi bruciori sia nel culo che nel cazzo. Che ho due attacchi acuti ogni giorno. “Lei è molto dettagliato, ma se non sappiamo la causa possiamo fare poco. Intanto faccia questi altri esami. - Eseguire Uroflussometria - Ecografia vescicale con valutazione del ristagno postminzione - Controllo chirurgico per l'intervento svolto “Per fare questi esami passeranno bene che vada una ventina di giorni. Quindi mi sta dicendo che mi devo tenere questa sofferenza per altri venti giorni. Senza far nulla, senza un conforto?” “Le prescrivo delle supposte anti-infiammatorie. Una al giorno.” Prima di tornare in negozio passo dalla farmacia. Il farmacista mi comunica che quel prodotto è fuori commercio dal 2009. Mi indica un sostituto. Io non sono medico ma alcune considerazioni le voglio fare. Se il mio corpo è fatto di stanze separate hanno comunque una relazione fra di loro. Considerare il corpo fatto da parti indipendenti fra di loro lo trovo arcaico. Antiscientifico. Causa ed effetto sono collegati, se mi brucio la bruciatura è l'effetto, e il calore sicuramente la causa. Se vedo una scottatura so che è stata causata dal calore. Dai sintomi si risale alla malattia. Banale vero? Nella sanità no. Cercano in un esame clinico la risposta, senza avere ipotesi. A tastoni, altrimenti non si richiederebbe un esame flussometrico per un disturbo che a me profano appare neurale. Ad un amico che è stato dallo stesso urologo per altri motivi sapete cosa ha indicato? Le stesse identiche pillole che mi ha consigliato e un esame batteriologico delle urine. Alla visita di controllo invece gli ha fatto fare i seguenti esami: - Eseguire Uroflussometria - Ecografia vescicale con valutazione del ristagno postminzione Se io compro un qualsiasi prodotto ho sempre la possibilità di avere, se non i soldi indietro, almeno poter cambiare prodotto. Io penso che l'urologo sia uno scecco incapace. Dite che se lo chiedo mi rimborsano i soldi spesi o mi indicheranno un altro urologo con le palle (scusate, amiche, è solo per amore di battuta) a gratis?

venerdì 28 dicembre 2012

Bisogna sempre essere ottimisti

Alzò trionfante il dito medio e disse: “Non c'è sangue. Tutto a posto. Si può alzare”. Io, ancora sdraiato sul lettino, l'ano umido di luan. Mi indicò un enorme rotolo di carta per pulire l'eccesso di lubrificante. Io ero furente. Una visita costata centoventi euro, naturalmente senza ricevere fattura. Un intervento per ragadi anali. Dopo due mesi ancora con postumi fastidiosi. Per il “luminare” basta un dito senza tracce di sangue a stabilire che tutto procede bene. E le fitte che mi vengono al perineo fino ad attraversare tutto il pene? Mi fa un discorso che ascolto incredulo: “Guardi i due problemi sono separati. Non so se lei sappia qualcosa di anatomia, ma una cosa è l'operazione per ragadi, un'altra sono i problemi che mi espone. Sono due stanze separate. Dovrebbe rivolgersi ad un urologo”. Espongo i problemi all'urologo. Difficoltà nella minzione, fitte che partono dall'ano, sensazione di forte bruciore lungo il pene. Attacchi fortissimi due volte al giorno. Mi tocca la prostata affermando che è nella norma. “Probabilmente un'infezione. Faccia un esame di urine, vediamo come va.”. Esame da fare: ricerca di Clamydia, micoplasmi e batteriologico sul primo getto, sul secondo e sul terzo dopo massaggio prostatico. Tre sale d'attesa. Una per il turno, una per consegnare i primi due campioni di urina, la terza per aspettare che mi fosse fatto il massaggio prostatico. Naturalmente con attese crescenti da una sala all'altra. Nell'ultima si arriva a quasi un'ora di attesa. “E' impegnata in corsia” la giustificazione per il medico che ritarda. Io mi chiedo come può avere due impegni allo stesso orario. Finalmente arriva, una donnona bruna, enorme. Mi dice con voce perentoria di chinarmi appoggiando i gomiti sulla sedia gestatoria. Finito mi lascia lì, con il culo umido di gel, e se ne va. Quando torna la guardo e le dico “Almeno un po' di carta per pulirmi?”. Mi porge della carta igienica strappata malamente. Elimino l'eliminabile. Mi rivesto sentendo ancora il culo umido. L'esito fra dieci giorni. “Tutto qui?” dico all'infermiera che mi porge l'esito degli esami. “Sì”. Ma io so che le persone non ascoltano quindi ripeto: “E' tutto qui? Posso andare?”. “Sì”. Appena fuori, controllo. Mi ha consegnato due fogli. Sembrano due esiti di esame batteriologico delle urine. Identici, senza distinzione fra primo, secondo e terzo campione. In fondo a sinistra dei due fogli è scritto 1 di 3. Praticamente lo stesso foglio stampato due volte. Mi sembra chiaro: c'è qualcosa che non va. Torno indietro. Chiedo come mai ho dato tre campioni e ricevo solo due risultati, fra l'altro indistinguibili l'uno dall'altro. Non capisce. Chiama al telefono qualcuno del laboratorio di analisi. Poi da un raccoglitore poggiato sulla scrivania estrae tre fogli spillati con i miei risultati. Questa volta sembra corretto perché riporta i risultati per i tre campioni di urine. Si scusa più volte dell'inconveniente. Io spero che nel laboratorio non abbiano fatto casini. Bisogna sempre essere ottimisti, il peggio è sempre davanti a noi.

giovedì 27 dicembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 13

Mi facevano portare fiori alla madonnina della scuola elentare. Gladioli o garofani. Rose solo nelle grandi occasioni. Io provavo pena per loro, costretti ad appassire davanti un simulacro.

mercoledì 26 dicembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 12

L'avvicinarsi di una mano al viso non sempre è l'annuncio di uno schiaffo.

giovedì 20 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 11

Un cane sta attraversando la strada. Si ferma al mio passaggio a metà carreggiata e mi guarda girandosi. Continuo a camminare e con la coda dell'occhio vedo che continua a fissarmi. Non un pelo del mio corpo non si è drizzato.

mercoledì 19 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 10

La mattina passeggio sul lungo mare. Una specie di purificazione quotidiana. Mi allenta i pensieri e mi distraggo. Forse sarà lo stesso per tutte le persone che vedo la mattina correre chi più o meno speditamente. Ognuno una sua cadenza. Ognuno un suo percorso. Ognuno un suo pensiero.

martedì 18 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 09

Sembrava don Juan di Castaneda. Seduto, al centro della panchina, tra i due ficus. Si alzò aiutandosi con il bastone da passeggio. Venne verso di me e ci salutammo. Camminammo affiancati senza parlare. Ad un trattò si girò e sparì.

lunedì 17 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 08

Per ristorare la mente basta anche un solo minuto al giorno. Ma che sia tutto silenzio.

domenica 16 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 07

Un pescivendolo con la sua ape carica di vassoi di polistirolo pieni di pesce si allontana dal mercato ittico. Un ragazzo in motoretta lo segue affiancadosi a sinistra. Allunga il braccio sinistro e con la mano solleva uno dei vassoi e rallenta . L'ape continua la sua corsa verso il mercatino. Il ragazzo fa inversione per tornare indietro. Posiziona meglio il carico sul braccio e accellera trionfante.

sabato 15 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 06

Ciò che definivo una preghiera laica, somiglia sempre più ad una bestemmia da parte di un credente.

venerdì 14 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 05

Belle le passeggiate mattutine, quando la città è tranquilla e l'aria fresca ti fa sentire in un posto europeo. Ma si incontra sempre qualcuno che ti sbatte la realtà in faccia brutalmente. E tu dici : "ah, 'mpalermu sugnu".

giovedì 13 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 04

Lui lavora in taverna. Dodici ore di fila a servire alcol. Poi prima dell'alba, sulla sua vespa rossa, ritorna a casa. Come dopo una passeggiata.

mercoledì 12 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 03

Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante. Ma non ci dice più nulla né a nulla più ci serve

martedì 11 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 02

Si aggira circospetto attorno ai cestini dei rifiuti. Riuscendo a trovarvi qualcosa di commestibile. Per colazione va bene anche un pezzo di pizza abbandonata.

lunedì 10 settembre 2012

Mi hanno fottuto i sogni 01

Lo sportello della macchina aperto. Seduta con le gambe fuori dall'abitacolo. La lucetta interna che mette in risalto il suo seno. Lei indubbiamente trans. Fa discretamente inviti osceni.

lunedì 16 luglio 2012

Passeggiata mattutina 3

No,non mi arrendo. Certo non è più come prima. Ho scatti involontari del braccio sinistro verso il nuovo borsello. Che a parte le chiavi è vuoto. Ho residui di diffidenza. Le ferite hanno bisogno di tempo. Ritorno sul luogo del delitto ad una settimana esatta. Mentre mi avvicino vedo in lontananza dei ragazzi. Sono cinque o sei. Noto dei movimenti sospetti. Mi fermo. Torno sui miei passi. Una macchina posteggiata si sta spostando. Imbocco il viale per arrivare sul lungo mare. Mi sembra di sentire l'autista richiamare la mia attenzione. Ignoro e continuo a camminare. “Edicola!”. Mi giro al buio non distinguo la persona. Ma per chiamarmi in quel modo si vede che mi conosce. Poi lo riconosco. Uno delle due persone che si sono fermate a consolarmi la settimana scorsa. Mi sconsiglia di andare verso la villetta. “Sono in sei” mi dice “Entrano anche dentro la villetta e rompono il cazzo. Uno lo hanno inseguito e non volevano farlo rientrare nella sua macchina”. Gli dico che forse sarebbe il caso di fare delle denunce. “Non servono a nulla le denunce . Dopo pochi giorni sono fuori a piede libero e te li ritrovi di nuovo qui”. Fantastico di ronde frocie in difesa di luoghi simili. Ma non sono sicuro siano la soluzione. Oggi l'odore di marcio è ovunque. Più o meno intenso. Sa di frutta, di pesce, uno acuto e penetrante ma di indistinguibile provenienza. Resti del festino popolare. Il Festino, la festa più partecipata della città, chiamata con un diminiutivo. Non festa ma festino. Come ammazzatina, ridimensioniamo. Non vogliamo vantarci. Da lontano, lato Monte Cuccio, una colonna di fumo nero attraversa il cielo.

giovedì 12 luglio 2012

Passeggiata mattutina 2

Cinque di domenica mattina. Il sole non è ancora sorto. Faccio quella che ormai è diventata la mia solita passeggiata mattutina. Un modo per lavare i pensieri e portarli a visioni più positive. Con un procedimento mistico di mutazione. Dal piombo all'oro. Nel viale vicino la villa a mare, dalla parte di S. Erasmo, ci sono diverse macchine posteggiate. Ricerca di incontri furtivi. Nell'oscurità dei viali ombre che attraversano il buio. Alle volte sembrano alberi che camminano. Evito i viali dove non si vede nulla e arrivo fino al mare. E' ancora buio. Torno indietro in attesa che faccia più luce. Vedo dei ragazzi su un ciclomotore ma non ci bado più di tanto. Dopo pochi minuti vedo una luce proveniente da dietro. Penso che sia una macchina. Poi un ragazzo mi si avvicina da uno strattone al mio borsello e lo porta via. Cerco di raggiungerlo, ma poco più avanti un complice lo aspetta sul ciclomotore. Mentre rincorro e sto quasi per raggiungere il ragazzo che mi ha fatto lo scippo, l' altro mi grida diverse volte: “Lassalu iri... Lascialo andare!” Minaccioso mi urla: “Lassalu iri, sai?”. Se ne vanno con: le mie chiavi di casa e del negozio, il cellulare, il portafoglio con carta d'identità, carta bancomat, una piccola videocamera. E altre cose con le quali c'era un legame affettivo: tipo il portachiavi regalatomi da un amico; la memory card inserita nella videocamera con centinaia di foto; la foto di Boris che portavo sempre con me; un pizzino con delle note, inutile, ma al quale ero legato. Tutte cose a me più care di tutti i documenti, ma che non trovano posto nella denuncia alla polizia. Cercavano soldi. Due ragazzini visti appena di sfuggita dall'apparente età di diciott'anni. Magari hanno provato per concludere, il sabato notte, con una sballata o una scopata con una pulla. Invece hanno portato via cianfrusaglie inutili per loro. Una scarica di adrenalina e zero euro. La mutazione mistica prevede esperimenti non riusciti. Il piombo può restare piombo. Non importa cosa ci accade, è importante come noi reagiamo. O risalire faticosamente la china da soli, o lasciarsi andare vittima del mondo esterno.

sabato 23 giugno 2012

Buon Pride

Stiamo appena iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel. Ma siamo ancora dentro. Certo, in trent'anni alcune cose sono cambiate. Non abbiamo acquisito nuovi diritti, come il matrimonio per esempio. Ma abbiamo conquistato la dignità, con l'autoriconoscimento della nostra sessualità. Questo è il passo più importante fatto negli ultimi anni. L'altro ieri, di mattina molto presto, saranno state le sei, ho visto in corso Vittorio due ragazzi che camminavano abbraciati. Le loro mani teneramente si cercavano mentre chiacchieravano. In questa scena normalissima, che anni fa non si sarebbe vista, sta il cambiamento. Queste semplici effusioni pubbliche fra due ragazzi, mi fanno ben sperare che possano nascere, domani, richieste e affermazioni di altri diritti per tutti. Buon Pride

venerdì 1 giugno 2012

Passeggiata mattutina

Il segreto è trovare la spinta. Alzare, come dicono alcuni buddisti, il livello vitale. Più è basso, più si è demotivati e depressi. Alzarlo è dare un obiettivo anche minimo alla giornata e trovare bellezza ovunque si posi lo sguardo. Appena uscito dal portone ho sentito dei lamenti. Mi sembrava ci fosse nel vicolo una ragazza che stesse male. I lamenti erano abbastanza forti. Sono andato a sbirciare nel buio della stradetta. Una figura femminile piegata con le mani appoggiati al muro. Dietro di lei una figura maschile. Ops...non stava tanto male ho capito. Nel vicolo più avanti c'è una gatta nera. Spesso mi viene incontro perché sa che le lascerò dei croccantini. La osservo mentre mi fa la festa alzando la coda, facendola vibrare. Le metto quello che si aspetta per terra. La guardo per un poco mentre mangia e poi proseguo la passeggiata. Il bar all'angolo è il primo ad aprire. Mi faccio fare un cappuccino. Il barista mai allegro e sempre silenzioso. Tiene la radio accesa sintonizzata su un canale che trasmette “musica italiana”. Anzi “solo musica italiana”. Non sempre gradevole. “Lo vuoi fatto un pompino” mi dice un ragazzo appoggiato al cancello della villa a mare. Gli rispondo: “Grazie, preferisco di no” e mi avvio sul lungo mare. Lui continua a fumare, aspettando la prossima scommessa. Nello spiazzo alcune macchine posteggiate. Che lasceranno per terra, prima di andare via, fazzolettini umidi e preservativi. Condom soprattutto rossi. Quelli usati dalle prostitute locali. Sul prato gabbiani che passeggiano dinoccolandosi. E poi cornacchie, rondini, merli e anche una colonia di pappagalli verdi. E naturalmente cani e gatti randaggi. Sulla spiaggia: una sardina. Ancora viva e guizzante. Sul molo una gatta. In cerca di cibo. La sardina è appena lambita dalle onde. La gatta è attratta dai movimenti del pesce. Salta dal molo, aspetta che l'onda si ritiri. Afferra con la bocca la preda. La coda della sardina si muove ancora. Trionfante, la gatta va a portare la sardina fra gli scogli. Dove probabilmente erano nascosti dei cuccioli. Poco dopo esce e ritorna sulla spiaggia a controllare la presenza di altre prede. Al ritorno semi nascosto da un cespuglio, un ragazzo eccitato mostra la sua mercanzia. Quasi fosse un piattino per l'elemosina. E il sole non è ancora sorto. All'orizzonte una nave in arrivo.

venerdì 27 aprile 2012

Al mattino

Macero le macerie/ per farne terra/ per non gettare la spugna/ Rigurgiti/ mi ricordano/ il gusto del fiele/ della lotta intestina/ in atto da tempo/ Io canto/ al mattino/ come fosse preghiera/ che libera la mente/ che libera la mente/ che mi libera la mente/ e non sono più/ Diventando umano/ per pochi istanti

giovedì 22 marzo 2012

Philip K. Dick






Periodicamente ritorna. Ed io ritrovo le coincidenze. Mi sia apre ogni volta una porta sul suo universo. Dove precipito sempre con un senso di mancamento ma senza paura. So ormai districarmi nei labirinti. Mi sono imbattuto spesso in vicoli ciechi. Per maggior sicurezza mi alleno a camminare anche al buio. Bisogna essere allenati e pronti.
Jane, la gemella morta prematuramente, continuò a incidere la sua vita sul fratello vivo. Ma in fondo io non so nulla. Faccio ipotesi. Come se l'avessi conosciuto. Ma non l'ho conosciuto. Conosco di più l'uomo che si rifuggiò in un alto castello. O quello dei giochi a premi. E la donna che faceva vasi di ceramica per dare un senso alle cose. Tutti vissuti nei suoi libri. Di lui ho poche cose. Mai ascoltate ma sempre lette. Come la storia della bottega per animali dove comprava la carne per fame.
Io mi fidavo. Di lui mi fidavo. Come lui si fidò dell'I-ching. E come l'oracolo lui mi lasciò in un mondo in cui i punti cardini e cardinali si erano confusi. Accolsi tutto come un'iniziazione alla sostanza del reale. Al suo essere altro. Lui disse “La vita che viviamo è solo una finzione. Mettitelo in testa. Hanno disegnato questa realtà come più gli faceva comodo: secondo un'alternanza di conflitti violenti, leader mediocri e merci da consumare”.
Aperto gli occhi io sapevo. Io sapevo di essere alieno. Cosciente dell'alienità. Senza alcuna risposta da dare. Stranito dalle strane usanze osservate con grande curiosità. Io di carne come loro. Con la nostalgia di qualcosa smarrito nella memoria.
Chiuso il libro frastornato fissai il soffitto. Non più certo di quello che credevo di sapere.

lunedì 5 marzo 2012

Erano occhi di lupo




Erano occhi di lupo
ed io ero caduto
già maturo per il raccolto
senza una reazione
appena, appena amato
senza abbandono
erano occhi di lupo
lì inizio la morte

giovedì 9 febbraio 2012

Se questo è un romanzo




In città si vuole stampare un nuovo romanzo. E da tempo c'è una certa fibrillazione per la sua nascita. Solo che... si inizia parlando del libro. Perchè la sua fisicità oggettuale è importante. Si deve tenere conto come il lettore lo reggerà. Con due mani o una sola? La sua lettura avverrà, se il volume sarà di grande formato, appoggiato a un piano o sulle gambe? I margini interni devono essere ampi per far posto alle dita. Mica vogliamo un'edizione economica. Un romanzo è. Fa parte di una collana o sarà un'edizione singola? No, perchè se fa parte di una collana deve essere più visibile l'appartenenza, mentre nell'edizione singola è più importante l'autore. In quest'ultimo caso quindi si darà maggior risalto alla personalità dell'autore. Solo testuale o illustrato? Mettiamo solo testuale? Allora le pagine saranno formate da una colonna singola di testo. Poi c'è da pensare al layout in modo da dare identità e personalità alle pagine.
La copertina. Ne vogliamo parlare? Rigida o morbida. Alette o sovraccoperta di protezione? Nella quarta d'obbligo sinossi del nostro romanzo.
Come dite? E il romanzo?
Il romanzo lo scriveremo dopo.
Come non si fa così?
Se vuoi vendere non puoi prescindere da questo. Del contenuto se ne parlerà dopo.
Ma come possiamo pensare alla copertina senza conoscere il contenuto?
Si vede che sei fuori dalla realtà e di marketing non capisci nulla. Si sceglie uno stile neutro che vada bene per qualsiasi contenuto possa avere il romanzo.
E se fossero solo pagine bianche?
Bella idea ma già usata. Negli anni settanta, da un editore situazionista. Non replicabile. Sarebbe banale.
Quindi?
Quindi nulla, noi continuiamo a pensare alla parte esterna. Prima o poi lo tireremo fuori il romanzo.

Non è surreale? Invece è reale, come la preparazione alle prossime elezioni del sindaco di Palermo. Il dibattito che arriva a me, comune cittadino, è questo. Nomi su nomi di persone che si candidano alla carica. Nessuno di loro ha un romanzo. Hanno una faccia, dei modi e slogan interscambiabili. Non identità politiche ma una sola parola che personalmente mi suona estranea: centro-sinistra. Sono tutti di centro-sinistra. Non sappiamo nulla del loro romanzo nemmeno la sinossi, nulla. Una faccia, un nome e nulla più. Solo qualche titolo: “Scegli tu”, “Ora”, “Una Storia”, “Società civile”.
Io vorrei sapere almeno se è un romanzo di genere. Realistico o fatasy?
Siamo ancora alla copertina. Sulla quale ci stara sicuramente un viso. Poi domani il paradiso, pardon, il programma.
Voi comprereste un romanzo preparato in questo modo? Non me ne vogliate se un libro così io non lo compro.

sabato 7 gennaio 2012

All'imbrunire




Totò è come un pastorello del presepe. Si può mettere ovunque. Lavoricchia un po' qui un po' lì. Lavori di fatica che affronta con gli occhi sorridenti. Quando non ha nulla da fare staziona nella piazzetta. Scambia quattro chiacchiere con il barbiere che spesso gli urla “Sei insopportabile”. Ma è solo un tormentone senza volontà di offesa.
Spesso gioca con i bambini del vicolo. Gli aggiusta la vecchia bici e li tratta come fossero figli suoi. Riceve in cambio calci e pugni ma lui con pazienza cerca di farli calmare.
“Sono bambini sbandati, cresciuti senza regole. Hanno bisogno... cerco di fare quello che posso”
Ogni tanto intona una canzone di Dalla ma solo la frase:
“A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io”.
Ripetendola più e più volte.
Non passando mai alla frase successiva:
“A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io”
Ripete all'infinito sempre la stessa frase forse perché le carezze sono più impellenti dei sogni.
Totò beve. Nel tardo pomeriggio comincia a fare qualche salto in taverna. Una birra alla volta. Ma ci torna più volte. Quando raggiunge l'apice torna a casa con il suo vespino.
“Totò viri ca un ci arrivi a casa”
“Tranquillo, io non guido. Inserisco il pilota automatico e mi porta a casa”
Ho chiesto a Totò informazioni sull'accaduto della sera precedente.
“No u viri. Nulla so. E nulla voglio sapere. Io, all'imbrunire, me ne vado”.
All'imbrunire.
Totò colpisce così. Spesso usa vocaboli non consueti. Qualcuno nel vicolo ogni tanto gli fa notare questo suo uso di parole qui non usuali.
“A liggivu stamatina e l'avia a usari, un sugnu propriu sceccu” si giustifica.
Totò è come un pastorello del presepe. Che con dignità vive il proprio stato.

giovedì 5 gennaio 2012

Tu sì na pulla




Due macchine dei carabinieri posteggiate nella piazzetta. La tribù delle bionde questa sera è sul piede di guerra. Il vociare invita a curiosare. Affacciato al mio balcone assisto così alla vita nei vicoli.
I carabinieri sembravano comprensivi, ma dentro di loro credo cercassero di districare la trama proprio come stavo cercando di fare io.
Una coppia, lui immigrato e lei, Rossana, palermitana, vivono di fronte la casa delle bionde. Secondo queste lui ha fatto uno sgarro. Con l'aggravante di vantarsi di comandare lui nel vicolo. La compagna cerca di difenderlo dalle accuse delle bionde. Loro le urlano:
“Tu sì na pulla, ma iddu è un indegno. Se ne deve andare. Lo portassero al centro di accoglienza. E' un indegno. Mi ha pure minacciato, con le sue mani davanti a me faccia ”
“Me maritu, picchi iddu è me maritu, era nirbusu:”
“Seee maritu” e rivolgendosi ad uno dei carabinieri “Suo marito, quello vero è in carcere. Quello non è suo marito è un magnaccia, ca s'accolla di ricevere i so clienti a casa”.
“No, vedi, questo non è vero. Maresciallo è vero ca sugnu pulla. Ma a casa mai, io in via Roma lavoro. Mai nuddu ha acchianatu a me casa”
“A mia, mi minaccia e mi dici, ci vediamo domani. Mio marito non c'è e mia madre è vedova”.
“Ma su cosi ca si dicinu, cose che scappano in momenti di rabbia”
“Marescià, quell'indegno ve lo dovete portare. Perché domani esce dal carcere il vero marito. E quello torna qua e se trova quello lì lo ammazza. Io la sto avvisando. Un omicidio”.
Loredana si allontana e parla con un carabiniere nella piazza. Le bionde mandano con la scusa del cagnolino che deve fare pipì, una ragazzina a curiosare di che parlano. Lei cerca di difendere il compagno.
Una delle bionde si sporge e rivolgendosi ai carabinieri dice:
“Io vi ho avvisato. Domani il vero marito esce e domani sera qua ci sarà un omicidio. Siete avvisati.”
Quindi per stasera non prendo impegni. Mi posteggio sul balcone in attesa dell'evento annunciato.