venerdì 30 novembre 2007

I Maestri del colore: Fouquet

Guillaume Jouvenel des Ursins” opera di Jean Fouquet (1420-1480)

venerdì 23 novembre 2007

Peppuccio e Killer

Peppuccio non è solo. Ha un cane che chiama Killer. Un fratello gemello di nome Filippo, che in verità non esiste. Ha anche un figlio, che esiste, ma si trattano poco. Peppuccio vive più in strada, insieme a Killer, che a casa. E vedendo la casa non è difficile da comprendere. Sempre in giro fino a notte inoltrata. Odia il lavoro tanto quanto ama la birra. E se in mano non ha una Forst, nel sacchetto che si porta dietro c'è una bottiglia di vino. Millanta lavori poco credibili, come agente immobiliario, dilungandosi su vendite di case con guadagni incredibili. Ogni tanto, ovunque si trovi, emette il suo richiamo. Un raschiamento di gola prolungato. Parla da solo mentre cammina. Un discorso fatto di frasi smozzicate e movimenti delle mani. Mani giunte, che coprono il volto, che si poggiano sul petto. Peppuccio è mentitore, per piacere di ingannare, anche quando si scusa.
Assunto a ruolo di babau da una madre che minaccia i propri bambini con il suo nome. “S'un ti manci a pasta, chiamu a Peppuccio”. Naturalmente a lui diverte essere diventato lo spauracchio per quei bimbi. Al solo vederlo passare corrono a nascondersi. Quando lui se ne accorge lancia contro di loro un paio dei suoi richiami. I bambini terrorizati vanno a rifugiarsi a casa.
Con gli amici della taverna condivide la birra. O riuscire portare a termine la rasatura, fatta davanti la taverna Azzurra da una ragazza, con in corpo più birra che sangue, che doveva provare il rasoio elettrico appena comprato dal cinese sulla testa di Peppuccio.
A casa, barcollando, ci torna tardi, ma sempre dopo una qualsiasi festa in piazza. Alle volte con qualche livido o ferita, causati più dalle cadute accidentali che da risse, come lui racconta.
Killer, al rientro, gli cammina ad un paio di metri di distanza. Stanco di sentirgli raccontare minchiate anche su di lui, di sentirsi aizzare come una bestia feroce mentre tranquillamente si spulcia. Killer è paziente, accettando, qualche volta, anche di essere scacciato. Lui fa finta di andarsene e poi ritorna. E dopo averlo seguito ovunque, tutto il giorno, la notte dorme per strada davanti l'entrata di casa di Peppuccio.

Killer e Peppuccio non sono infelici.

martedì 20 novembre 2007

I Maestri del colore: Fattori

Lo Staffato” opera del 1879 di Giovanni Fattori (1825-1908)

domenica 18 novembre 2007

Fortezze

Dentro
polvere e sangue
dopo i giochi di guerra
e ferite vere
da leccare


Si appresta ancora
un altro giorno
uno in più da contare
la visiera abbassata
per evitare
che gli occhi godano del vento


I santi
eccentrici esibizionisti
si aggirano
accumulando prodigi
chiudendo usci
offrendo protezione


Fuori
corpi inermi
ingenui e abbandonati
pronti a rischiare
con porte
senza mai chiavi
per dare senso alle parole

martedì 13 novembre 2007

Fine corsa

Ultimi sprazzi di tempesta
poi tutto come prima
pronti a dimenticare
I lividi dell'anima
cambiano colore lentamente
e vanno conservati
come dolci ricordi
Ormai quasi lieve
la pioggia si posa sul letto
per molti
pulizia è fatta
Complice la brezza fredda
che dal balcone arriva fino a noi
chiedo il tuo calore
in cambio del perdono

lunedì 12 novembre 2007

Ninna nanna

Le domande
fiori
che nascono
per portarti frutti
Gli ostacoli
posti
per metterti alla prova
Dolce o acidulo
saluta il frutto
del tuo percorso
Non c'è bene
se male non hai già fatto
Rileggi i tarocchi
lo vedi
il camion è passato
ed io sono ancora qui
accanto a te
ferito e perso
con te che mi guardi indagatore
e non mi dici più nulla
Il coniglio non vede l'ora
di fare la sua fine
e tu sfuggi
Salti di palo in frasca
la storia la conosco
so il finale
ma tu lo ritardi
Questa notte
pensi davvero di passarla liscia?

venerdì 9 novembre 2007

Rissa in Galleria

In galleria la rissa inizia
osservi, al bordo, tremante
le urla e le botte
era questo che ti aspettavi?
era questa quello che andavi cercando?
era questo che volevi?
passa la mano per questo giro
non sempre le carte sono buone
credi ancora in ciò che ti aspettavi?
credi in quello che andavi cercando?
Essere vittima o carnefice?
porgi la mano
decidi ora
prima che tutto passi.


La rissa infuria
tu impietrito
osservi la velocità
delle urla e delle botte
Stanco di aspettare, cercare e volere
accetti la sfida
Questa sera ancora vivo
cedi la chiave
il cuore ama essere libero
e tu hai paura
In galleria una folata di vento
cancella le urla
ma non i segni delle botte

...

mercoledì 7 novembre 2007

Luciano Massimo Consoli


Fra noi bastava un abbraccio e ci si diceva un mare di cose.
Ora la comunicazione è stata interrotta e sei andato via.
Ho pregato per te come tu alla fine facevi.
Della morale comune mi rimangono dei residui
che alle volte affiorano come rutti
nei momenti meno opportuni.
E so che ne saresti stato orgoglioso.
Volevo salutarti per l'ultima volta.
Ciao Massimo.







Disorientamento

Quando i giorni ti inseguono.
Quando il fiume è in piena.
Quando non sai cos’è quel peso sul petto.
E la bussola non indica più il nord.
La mano, la mia mano, ferma a mezz’aria,
e il saluto non sai se è un addio.
Confuso asciugo una lacrima, sfuggita malgrado il controllo.
Scaccio via l’immagine che porta dolore.
E ti scrivo.
Certo che capirai.