lunedì 24 agosto 2009

Il piano




“L'amore è qualcosa di più che l'essere aperto semplicemente allo sperimentare l'angoscia della sofferenza altrui. E' la buona volontà di vivere con la conoscenza impotente che non possiamo fare nulla per risparmiare agli altri il dolore.”
Sheldon B.Koop
“Se incontri il Buddha per la strada uccidilo”
1975 Astrolabio



- Se siamo arrivati alla citazione, siamo proprio alla frutta. Lo hai riletto almeno?
- Leggiucchiato, più che altro.
- E allora...?
- Ci sto pensando non è semplice.
- Chi ha parlato di cose semplici. O diventi pellegrino fra pellegrini, oppure prepari un piano d'uscita. Sta a te decidere, la tua vita te la devi sfogliare da solo.
- Non cominciamo con le prediche. Sono ancora confuso, sto valutando la cosa. Ci fantastico sopra...
- Perdi tempo...
- Ma no! Devo digerirla la decisione, per poi attuarla.
- Il piano. Devi prepararti l'occasione...
- Ma non avevi detto pellegrino fra pellegrini o...? Sembra che tu abbia deciso per me...
- Siii na minchia! Ma, no di mari, coma a iddu!
- Oouuù, non è che qui, qualcuno vuole prendersi il posto di qualcun altro prima ancora che sia vuoto? Mi dai questa impressione, sai?
- Te lo dicevo io. Perdi tempo, aspetti e nell'attesa fantastichi. Stai ingannando te stesso.
- Sto valutando. Nessuno è perfetto...
- Bla bla immedesimarsi bla bla compassione bla bla. Comunque... In una cosa sono d'accordo con lui. Siii na negghia.
- Già sentita. Sai fin da piccolo, e fin da allora pensavo a questo modo di dire. Non conoscevo nè avevo mai visto la nebbia. Avevo solo la sensazione che si riferisse a qualcosa di confuso, vago, intorpidito è soprattutto inutile.
- Ho torto? Dimmi che ho torto. Divaghi inutilmente. Deciditi....
- ...
- Ma sogni più?
- Cosa?
- Sogni ne ricordi più?
- Che intendi...?
- La notte sogni? Te li ricordi quei sogni?
- Non più come prima. Come se mi fossi arreso a qualcosa dalla quale non c'era bisogno di difendersi. La sensazione di essere comunque vinto o perso. Che sogno a fare?
- Un sasso nel deserto arresosi al vento... che minchione che sei. Un vero minchione con il bollo!
- Stasera aperitivo?
- Sì, certo!
- Io verrò più tardi. Non posso più fare gli orari di prima. Ci penso e preparerò una strategia adatta.
- Non ci credo, ma ci voglio sperare. Ciao
- Ciao.

giovedì 20 agosto 2009

Premeditazione




“E se fossi tu?”
“Io?”
“Sì tu, a chiuderti dentro e lasciare il mondo fuori? A non lasciar trasparire le emozioni?”
“Ma no, anzi alle volte mi sembra proprio il contrario”
“Come tua madre, come lei con questo legame con il cibo...”
“Io...”
“Quest'affettività subblimata nel cibo, quante volte ne hai parlato. Ricordi, le cene conservate per te, pur sapendo che mangiavi altrove? Hai mai riflettuto sul significato? O pensavi fosse una cretina?”
“Non ho mai sostenuto questo...”
“Limitata, più precisamente.”
“Ma finiscila...”
“Dovresti continuare un certo percorso interrotto...”
“Senti, sono stanco, sono abbuttato, non ho voglia di ricevere lezioni.”
“In verità sei solamente deluso, ti senti vecchio, e vinto...”
“Ma vaffanculo!”
“Nasconditi, nasconditi. Ricordi: ammuccia, ammuccia, ca tuttu appari. Nascondersi non serve a nulla. Devi ucciderlo, perchè il mito falsa la vita. Sto cazzo di persona la devi eliminare”
“Seee, ora divento un killer...”
“Totò, lo sai cosa intendo, so che ne hai paura, ma devi farlo. E lo sai anche tu.”
“Minchia coincidenza...”
“Cosa?”
“Angela, l'altro ieri, mi ha ritornato il piccolo principe e quel libro di Kopp”
“E allora...?”
“Il titolo, il titolo del libro”
“???”
“Se incontri il Buddha per strada ucccidilo”
“Ecco!!! Rileggilo poi ne riparliamo”

lunedì 17 agosto 2009

La sparizione




La mia difesa aspettata non era arrivata. Comunque, penzolava la rosa fra le sue mani.
Al ritorno dalla trattoria il Maestro indica di girare per un vicolo laterale.Volendo ignorare qualcuno. Quello stesso che lui voleva evitare lo chiama per nome. Saluti e convenevoli. Io mi distraggo. L'altro gli chiede se avesse letto il suo libro. So che non lo farà, mentre gli indica una invisibile pila di libri da leggere. E la promessa che sì, lo leggerà. Io continuo a distrarmi e scatto qualche foto. Il saluto, con una stretta di mano e via. Appena ci allontaniamo un pò il Maestro mi rimprovera di non aver preso le sue difese. Agita la mano con la quale tiene la rosa. Quello gli aveva parlato con tono amichevole di un critico teatrale. Lo stesso definito qualche giorno prima “sbarazzino” dal Maestro. Avrei dovuto intervenire appena si fosse citato il critico sbarazzino. Io invece mi ero distratto. Mi scaraventa contro tutte le risposte che avrei dovuto dare e non ho dato. Concludendo con:
Si nà cosa inutile.
Indicandomi ogni volta con la rosa, diventanta un prolungamento del suo braccio.
Si nà cosa inutile.
Intercalato fra una sua proposta di risposta da me non data e l'altra.
Sfogatosi e avvilitomi fino allo sfinimento rivolge la sua attenzione di nuovo alla rosa. Che gli ho donato per il suo compleanno. Avvicinando la rosa al suo viso le
parla piano, in una lingua strana, una nenia cantata sottovoce. Felice del comprensibile segno che recava, anche se la mia difesa aspettata non era arrivata.
Poi il mestro sparì. Sparì e io non scrissi più nulla.