domenica 14 aprile 2013

Edificio 17A – Lettera a Silvana T.





E sono a casa. La prima battaglia l'abbiamo superata. A casa però tutto è più difficile. Dipendo da Filippo per svuotare la sacca della nefrostomia (ormai ho imparato la parola e la uso. Praticamente il drenaggio del rene). Ho mangiato pastina. Quella mia. Un'altra storia. E un bicchiere di succo di frutta. Mi sono fatto forza e mi sono fatto la puntura serale sottocutanea. Meglio di quanto mi aspettassi.
Dicevo ad una amica che sono cambiato, non sono più quello di prima. Come un serpente che non cambia la pelle, ma il corpo.
Ho provato a mettermi a letto, ma mi sono dovuto alzare. Meno male che di pomeriggio ho riposato due ore.
Penso a te e mi chiedo come fai? In più hai pure una famiglia alla quale badare. Eppure, eccetto rare volte che hai delle ombre negli occhi, appari serena. Sorridi spesso e non ti mostri mai scoraggiata. Ti ammiro molto. Ma questo tu lo sai.
Un abbraccio 

Nessun commento: