lunedì 11 luglio 2011

Un inatteso invito





Trenta gradi all'ombra. Con tasso alto di umidità. Un inatteso invito a pranzo a casa del Principe.  Lui mi aveva chiamato e lasciato un messaggio vocale dove diceva «Ma perchè non rispondi? Sono il Principe Vincenzo Nizar della Rocca....» e tutto il resto per completare il nome.  Stefi sarà dei nostri e non sta nella pelle. «Non prima delle tredici e cinque» ci fa sapere. Perentorio, detta modi e orari. Ci accoglie con un pareo chiaro e una t-shirt nera. Ci fa accomodare nel salottino in stile arabo. Scambiamo quattro chiacchiere.  Il caldo, i rimedi, i ventagli. Quello catalano, enorme. Quello di sandalo che rilascia, mentre ti sventoli, il suo aroma. In sottofondo, una cantante araba sciorina senza disturbare le sue canzoni.
Si va a tavola. Apre una bottiglia di vino bianco molto fresco. Lo versa e poi chiede di brindare. Il suo brindare è doppio, facendo toccare i bicchieri prima sopra e poi sotto. Stefi brinda in modo classico, ma il Principe la corregge. «De-vi im-pa-ra-re» le dice.
Due olivette nere e del primosale come antipasto. Il piatto forte è uno sformato freddo di macco di fave e pasta con sopra del pesto. Lui sostiene che la ricetta proviene dai Tomasi di Lampedusa, ed era il piatto favorito del famoso Giuseppe autore de “Il Gattopardo”. Non so se sia vero, ma ha importanza? La portata era veramente regale pur essendo fatta con materiale poverissimo. Fave secche, cipolla e pasta di diverso tipo. Inutile naturalmente chiedere la ricetta. Il Principe non dà mai la ricetta. Al massimo ti dice i componenti essenziali. Dando una storia ad ognuno di essi. Le fave non sono fave qualsiasi. Hanno un nome e una provenienza loro. Alle volte sembra che si inventi tutto. Ma non è così. Delle sue pietanza può dirti la storia, mai la ricetta.
Chiudiamo con un limoncello. Non un qualsiasi limoncello industriale però. «Questo è fatto da mia cugina. Ha una coltivazione di limoni, limoni che io mangio come se fossero arance.»
Infine, prima di congedarci, ci racconta la storia di alcune bottiglie di vino della sua cantina. Alcune con già stabilita la data di apertura.
L’ammaliamento del Principe è enorme. E l’afa che ci aspetta fuori non è meno intensa. Dobbiamo fare uno sforzo per lasciare la casa del Principe ed affrontare il caldo torrido.