mercoledì 5 giugno 2013

Edificio 17A - Edificio 17A- Cose che ricordo del passato 29



La casa dei miei era a Romagnolo. Una zona balneare dove nel giro di pochi anni fu vietata la balneazione. Dove qualcuno trovava le sigarette dei contrabbandieri, io un decennio dopo trovavo animali morti. Casa dei miei era formata da tre vani, un bagno, una cucina abitabile e la veranda. Le verande a Palermo, allora, avevano vita breve Nel giro di un niente erano trasformate in nuovi spazi abitabili. E così fu anche per la nostra. Diventò la stanza dove c'era l'armadio a cinque ante. Mobili che non piacciono più, ma non si buttano. Neglie sparse. Il mobile letto: quell'orribile invenzione. In uno dei due lettini ci dormivo io. Sull'altro, fantasticavo di notte, chi potesse dormirci. Erano sempre esseri che mi mettevano paura.
Di pomeriggio, in estate, la veranda diventava una sauna. Inutile tenere aperta la finestra. Per come era stata costruita non c'era niente da fare. Sopportavo il caldo pur di star lì, a far il niente delle mie cose. In inverno, naturalmente, era la stanza più fredda di tutta la casa. Allora mi avvolgevo in una coperta. Una di quelle militari, comprate da mio padre ai Lattarini. Passavo tutto il tempo che stavo a casa lì. Mi ci rifugiavo. Sì, era la stanza della mia gioventù.



Distribuivamo rose rosse e Liberazione. Primi ad annunciare la vittoria del no all'abrogazione della legge sul divorzio. Liberazione, giornale del Partito Radicale, era stato stampato prima di sapere il risultato tanto si era sicuri di vincere. Facendo una colletta comprammo delle rose rosse per distribuirle in segno di festa. Partimmo da Via Nicolò Garzilli, dalla sede della Sinistra Socialista che ci ospitava. Arrivati all'incrocio fra Via Ruggero VII e Via Mariano Stabile, una decina di fascisti ci si para davanti con delle catene in mano. Fuggi fuggi generale. Io e altri due compagni ci rifugiammo nella farmacia di Via Mariano Stabile. Ci fecero mettere nel retrobottega. Io vidi un martello e istintivamente lo afferrai. Ma fu un istante... e lo rimisi al suo posto. Intanto avevano chiamato la Polizia. Arriva la Digos e ci dicono di seguirli in Questura. Certi inviti non prevedono un rifiuto. In macchina diretti in questura, un agente seduto davanti si gira verso di noi e ci dice:
"Voi avete vinto il referendum, loro hanno vinto nella piazza".


Milano di notte. Io e Paolo ritornavamo a casa. Eravamo stati a casa di amici e si ritornava in via De Castillia. In corpo una pastiglia di acido in piena azione. Con Paolo era tutto più leggero. Non c'erano ostacoli e tutto era possibile. Ci ferma un gatto. Paolo inizia a parlargli. Lui inizia a seguirci a distanza. Arriviamo a casa e dopo un attimo di indecisione entra dentro il portone e sale le scale fino a casa. Gli diamo da mangiare quello troviamo in frigo. Ben poco in verità. Noi eravamo felici di essere stati scelti da quel bel gattone. Dopo due giorni di ospitalità è sparito nel nulla. Come l'acido.

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