domenica 9 giugno 2013

Edificio 17A - La norma




La mia vita ormai ruota tutta intorno alla malattia. Leggo? No, non leggo quasi più. Televisione? Qualche trasmissione informativa, ma che non sia lunghissima. Anche i film sono diventati rarissimi. Qualche volta un telefilm. Una sfogliata veloce ai quotidiani. E poi si parla solo della malattia. Vivo in funzione della malattia. Dalla mattina appena sveglio fino a quando vado a letto. E' un continuo scandire cose da fare, medicine da prendere, pulizie da effettuare. Tutto il resto che riesco a fare, anche scrivere queste righe, è un intermezzo.
Oggi prima visita dell' infermiere della SAMOT. Ha controllato le due stomie e ha voluto vedere il catetere. E' rimasto più di un'ora fra chiacchiere e moduli da riempire.
Non vedevo l'ora che finisse, erano le due passate e ancora io e Filippo non avevamo pranzato. Fortunatamente non c'era da cucinare. Era tutto pronto, cibo rimasto da ieri. A metà pranzo suonano al citofono.

    «Sono l'assistente sociale.»
    Anche lei mandata dalla Samot. Pranzo interrotto e altre domande alle quali rispondere e altri moduli. Poi... l'incidente. Mi si apre la sacca della colostomia. Con l'aiuto del buon Filippo ci dedichiamo alle pulizie. Io al mio corpo, lui al pavimento. Momenti di imbarazzo ormai quasi minimi. Tutto sta rientrando nel possibile della norma. Riprendiamo con l'assistente sociale. Lei va via alle tre e un quarto. Finisco ormai svogliatamente di pranzare. Prendo le pillole che mi spettano dopo mangiato. Mi prendo anche le altre che avrei dovuto prendere alle tre. Mi metto un Actiq in bocca, ed essendo molto stanco penso di mettermi a letto per riposare. Resto disteso una decina di minuti. Iniziano i dolori. 

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