domenica 28 luglio 2013

Edificio 17A – Salvo, l'infermiere.






Oggi la giornata è iniziata bene. Soprattutto per l'assenza di febbre. Deciso a fare la doccia. Nello stesso tempo si apre il sacchetto della colostomia. No, non vi racconto i particolari. Alla fine mi sono asciugato, e attacco un nuovo sacchetto. Dopo aver svolto le piccole cose, finalmente mi sono rilassato. Sto un poco davanti al computer. Quindi una sigaretta affacciato alla finestra. Dove, sigaretta dopo sigaretta, mi sto anche abbronzando. Qui il palazzo ha una esposizione tale che il sole lo vediamo dall'alba fino alle tre del pomeriggio. Mentre fumavo sentivo una sensazione di bagnato vicino l'ombelico. Tocco, effettivamente qualcosa non va. Cambiata da nemmeno due ore e già viene via. Questi sacchetti non sono il massimo. Si staccano con notevole facilità. Inoltre ho difficoltà a posizionarli. Che fare? Mi decido ad alzarmi dal letto, dove mi ero sdraiato in attesa di decidere cosa fare. Apro la porta della stanza e vedo Salvo, un infermiere. Gli chiedo se può darmi una mano. Mi dice di sì. Dopo un poco arriva. Mi propone di cambiare la sacca, convenendo con me che quelle che usavo non erano proprio il massimo. Finito il lavoro mi dice:
Un artista. Proprio un lavoro d'artista. D'altronde questo sono. Vero. Fino a poco tempo fa lavoravo con un'impresa e facevo mosaici. Tutt'ora, quando ho tempo, li faccio a casa, ma per me. Certo, adesso sono più piccoli di quelli che facevo prima.”
Lui, ha cinquantacinque anni, occhi chiari. Molto simpatico. I suoi occhi s'illuminano quando parla dei suoi lavori.
Dove posso vederli?” Gli chiedo.
Mi ha promesso che al prossimo turno mi porterà un catalogo dei suoi lavori.
Mi piace scoprire il lato nascosto delle persone. Il lato artistico che mettiamo da parte. Mi viene da dire che adesso Salvo è più persona.






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