Ho incontrato Peppuccio, con al seguito Killer, l'inseparabile cane. Peppuccio mi ferma prendendomi per un braccio. E inizia a parlare. Mi racconta dei rosoli, i liquori dolci, fatti dalla madre. Madre che secondo lui, io dovrei ricordare. Non si capacita che io non possa averne memoria. Killer ci osserva mentre si spulcia.
“Come, non ricordi la friggitoria? Mia mamma lavorava lì”.
Ma prima di dirlo parte con una lunga e dettagliata ricostruzione del quartiere. Con tutti i negozi. Come se tutto il suo albero genealogico occupasse il territorio. Colorando con aneddoti i parenti che nominava. “Ma come? Non ricordi? Saro ' u pisciaiuolo. Iddu era me ziu, frate di me matri“. Alla fine gli dico di sì, ma non ricordo quella persona. Killer sdraiato per terra, aspetta annoiato.
I liquori dolci, sua madre, li faceva con diverse essenze. Lui sottolinea soprattutto la gradazione alcolica. Lei, allora, si vantava della varietà dei rosoli. Soprattutto di quello con le fragoline.
“A lei veniva speciale!”.
A lui solo a parlare di alcol si illuminano gli occhi. Dalle varie bottiglie, lui ragazzino, furtivamente attingeva spesso. E quando la madre gli faceva notare la diminuzione del livello in alcune bottiglie, lui con gli occhi più innocenti di questo mondo rispondeva: “Mà, l'alcol evapora. Che non lo sai?”.
Ricorda la piccola forma dei biccherini da rosoli, ma lui, tiene a precisare, non li usava.
“Nooo, nnu bicchieri d'un quartu vivìa”.
Mi racconta della sfida con suo zio Saro. Per Peppuccio, Saro era uno “tuttu vucca comu u granciu”, vantandosi spesso delle proprie imprese. Quel continuare a ripetere “Mi sono fatto quattro birre”, e “Minchia, lucidissimo sono” a Peppuccio rompeva e fece partire la sfida. Con alcool, alcool puro. Novanta gradi novanta. Mica cazzi! Uno di fronte all'altro. Beve Saro un sorso di quell'inferno. Quasi soffoca, diventa paonazzo e tossisce. Beve Peppuccio, mezzo bicchiere “d'un quartu”. Tranquillo si alza e rivolgendosi allo zio gli dice:
“E ora un parrari cchiù!”
Ride nel raccontare l'umiliazione inflitta allo zio chiacchierone. Ricorda anche il velo di fuoco che si diffuse nel suo stomaco. Ma da quel giorno Saro gli portò rispetto. Killer si alza e si stiracchia. Forse ha intuito che siamo all'epilogo della storia.
La mamma di Peppuccio aveva imparato che l'alcool con il tempo evapora. Saro a non sfidare mai il nipote.
Killer scodinzola, allontanandosi con Peppuccio, perchè sa.
Grande maestro Peppuccio.
lunedì 30 giugno 2008
Lezioni
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1 commento:
AKILA
LA NOTTE E' SMOSSA A TAMBURO.
IL RITMO OSSESSIVO DEI CANI
NON SBAGLIA.......ASPETTA
AKILA NERA SENZA VOCE
FERMATA DAI COMANDI.
MAGGIO 1999
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