lunedì 23 giugno 2008

Quello che non c'è






Ho questa foto
di pura gioia
è di un bambino
con la sua pistola
che spara dritto
davanti a sé
a quello che non c'è
(Afterhours)


L'incontro con Brembi. Brembi che porta sempre, nell'angolo degli occhi, un velo di tristezza. Che è sempre lì. Anche nei momenti più allegri. In quell'angolo dei suoi occhi neri e furbetti.
Due amici si incontrano. Ed io capisco il suo sogno di volo. Mentre mi racconta di sè. Parla. Ogni tanto si illumina con un sorriso. Anche io, parlo. Ma io mi reputo noioso nei discorsi lunghi.
Un caffè dimenticato dopo uno squillo. Attraverso il telefono l'apertura di una sua ferita. Quasi una perdita di controllo. La sofferenza di non essere amato da chi ami. Il dolore che non sai come seppellire. Poi dice e non dice, nasconde lo sguardo, quasi un velo a proteggesi. Ed io lo rispetto.
In casa sua ho avuto un rigurgito. Subito riconosciuto come Milano. Perchè Milano lascia in bocca un retrogusto ferroso. Che ti porti dietro anche quando ti allontani dalla città. Dalla finestra arrivavano i cinguettii di decine di uccelli. Dopo una doccia Milano era scivolata via dal mio corpo. Gli uccellini continuavano a svolazzzare, quando noi andammo a cena.
Incantevole la luna apparsa sopra Bergamo. Inchiodata adesso in una foto. Sdolcinata, ma bella. Che riesce a commuovere anche un leone.
La polenta taragna mangiata a cena era salata. Ritornato a casa di Brembi mi sarei attaccato ad un idrante. Mi accontentai di due biccheroni d'acqua.
No, non ho avuto incubi. Non potevo. Come potevo. Ho dormito con accanto un angelo.
Inchiodata in una foto adesso la luna è uno schifo. Anche un pò sfocata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La persona che amo di più quella sera mi disse che - tu te ne eri andato e per sempre - mi sono chiesta cosa cambiava ora che tu andavi via, e sentii solo ferito il mio orgoglio.Ripensavo a dei grandi occhi verdi, che mi avevano sorriso il giorno prima, e mi dissi:non l'amo neanch'io.
Bastava voltare gli occhi, e ti vedevo seduto lì,con tanta gente intorno,ti guardavo ogni tanto,un'ultima immagine!
Poi la persona che più mi ama, mi prese per mano e mi portò fuori.
L'Inverno m'investi tutta e sentii freddo nel corpo e nell'anima.Camminavano tra i viali, tra le foglie verdi, le sbarre tra la strada e il mare.
Presero a cantare, anch'io cantavo.Sentivo una voce stonata e la stretta della mano, ora non potevo più girare gli occhi e guardare dov'eri, allora avrei voluto, correre dentro, da te e chiederti di svegliarmi, perchè era un Sogno.
Ma sentivo quella mano che mi legava e vidi le luci bianche allungarsi e la mia voce spezzarsi.
Quando tornai indietro non c'eri già più......