giovedì 12 novembre 2009

“Và ieccati”




Al suo passare gli gridano dietro “Và ieccati” . Loro schegge di una tribù a noi conosciuta. Loro appena usciti dalla “villeggiatura”. Loro con le compagne ai domiciliari. Loro che scassano i timpani, stazionando tutto il giorno nella piazza. Loro che al passare di Peppuccio divertono il loro povero spirito gridando “Và ieccati”. Perchè Peppuccio per loro è spazzatura da buttare. Peppuccio alcolizzato, che vive chissà come in un tugurio. Peppuccio è un signore. Un nobile d'altri tempi, un nobile anarchico amante del vino. Non disturba nei suoi deliri, si apparta per piangere. Si copre la faccia e piange. Scuote le spalle. Singhiozza. Poi si riprende lancia il suo sgraziato urlo di battaglia (?) e riprende la sua strada. Loro urlano giusto per essere. Alla deriva in mezzo al mare, che puoi fare? Urli. Inveendo verso chi sembra meno fortunato di te. Non avendo altre capacità urlano, anche per sentirsi migliori. Migliori di Peppuccio? Non certo per il mio riposo pomeridiano. Peppuccio sarebbe passato seguito, sempre da lontano, da Killer non disturbando nessuno. Loro cercano qualsiasi occasione per lanciare un urlo.
Accarezzo con il piede Giuggiola. Al mio tocco apre occhi. Spalanca la bocca in un enorme sbadiglio. Per un attimo ci fissiamo. Suona la sveglia. Mentre penso “e anche per oggi...”

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao totò, veramente veramente bello quello che hai scritto. Momentidi grande intensità. Bravo. Bacio le mani e...hai visto il lenzuolone sopra altroquando? Che vorrà dire?
un abbraccio
gianpiero

salvatore ha detto...

Lo trovo azzeccato