lunedì 22 settembre 2008

Fave II

Fave a cunigghiu: non so che centri il coniglio nel nome, essendo un piatto totalmente vegetariano. A base di fave secche, bietola e aglio. La nonna Barbara era maestra nel prepararle. Pizzicava le fave secche, togliendo quella specie di occhiatura nera e le metteva in acqua dove le lasciava riposare una notte. Il giorno dopo cambiava l'acqua alle fave, vi aggiungeva alloro, diversi spicchi di aglio con la camicia, e un pizzico di origano. Quando le fave erano cotte vi aggiungeva le bietole, facendoli cuocere insieme, fino alla cottura della verdura.
Ottima forchetta la nonna. Con solo due denti non rinunciva a nulla. Nemmeno alle castagne secche. Le scioglieva in bocca come fosssero caramelle. Cruzziteddi le chiamava. Non so se filogicamente sia corretto ma fin da piccolo per me era un vezzeggiativo di crozza, teschio. Alle volte rabbrividivo nel pensare a mia nonna sciogliersi in bocca piccoli teschi.
Mio padre le ripeteva come tormentone:
“A vucca è n'aneddu ca si mancia palazzi e casteddi ... e vossia è a bon puntu!”
Lei sventolava la mano destra davanti l'orecchio. A voler scacciar via lui e le sue insinuazioni.
Quando cucinava i fagioli secchi, la nonna, metteva nella stessa pentola una manciata di castagne secche. Che portavano alla pietanza una dolcezza particolare. I fagioli erano borlotti, e la pasta che veniva aggiunta spaghetti spezzettati. Mai pasta corta.
La zia Concetta, figlia di nonna Barbara, non mangiava fagioli. Allora mi chiedevo perchè rinunciasse a quel piatto delizioso. Forse perchè non digeriva quei legumi o forse non le piaceva il sapore. Poi capi che lo faceva per evitarne le conseguenze. Qualche incontrollabile scorreggia.
Alle fave a cunigghiu, fatte da sua madre, però non riusciva a resistere. Anche se lasciava nel piatto tutte le bucce delle fave.
Tre volte mi sono rotto la testa. La prima volta con una bacchettata datami dal maestro della scuola elementare. La seconda durante una “pitruliata”. Una battaglia a colpi di pietra fra due squadre di ragazzini. Non era un gioco, ma vere e proprie guerre per conquistare un campetto. O semplicemente per sentirsi più tochi rispetto a quelli che abitavano al di là del nostro isolato. Durante uno di questi scontri una pietra mi ruppe la testa. Diventando l'eroe del gruppo per qualche giorno. La terza volta a causa di un ago da cucire che non volevo restituire. Zia Concetta che rivoleva il suo ago mi ruppe la testa, tirandomi un bastone usato per lo straccio. Lei mi aveva avvertito. Con quel suo tono di voce sempre acutissimo.
“ Viri ca ti tiru u vastuni... viri ca tu tiru veru...”
E lo tirò. Colpendomi, non so quanto involontariamente.
Quell'ago doveva servirmi a finire un vestitino. Spesso cucivo abitini. Fatti con il tulle usato per confezionare i sacchettini per i confetti. Abitini da fare indossare al bambolotto di turno abbandonato da mia sorella. Io lo inciuciavo con il tulle e qualche pezza rubata a mia madre. Poi quando era pronto lo introducevo in società. Lo presentavo a mia sorella e ad Enza, la cuginetta che giocava solitamente con noi. Davamo un nome al pupo. Simulando un battesimo. Facevamo poi una piccola festa, con una bottiglia di aranciata. Quella fatta con le bustine e l'essenza. E i confetti ai quali avevo sottratto il tulle. Il bambolotto ritornava a nuova vita, e per qualche pomeriggio aveva tutte le nostre attenzioni. Smisimo con questo gioco quando in casa entrò un maialino. Un maialino vero . Grande quanto un cucciolo di cane.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Rigiro il tuo sapore
tra lingua e palato
qui senza di te
dove solo il silenzio
è tutto muto.

SADE

settembre 2001

messaggio telefonico

amfavata

Unknown ha detto...

IL MIO BLOG: OROSOTTOLALUNA.BLOGSPOT.COM
CERCA DI VISIONARLO-PER FAVORE-
HO POSTATO IL DISEGNO E QUALCHE VERSO POI CONTINUERO' VADO A LAVORARE CIAO.... BACIUZZI...E BUONA GIORNATA...VIVA IL SABATO...

Anonimo ha detto...

sto facendo delle prove sul Blog tra una passeggiata del KAN MOLLY CA' CURRI COME UNA SCANAZAU BAU BAU BAU e io surata, surata, surata..in questa serata (il dialetto palermitano per ora mi suona orientale)- salvo è con la skina rutta ora ka ora là,sa rifardia di uscire,in piazza ad Aquino c'è preparata una festa a base di cantanti senza cognome .....burdiello
ciao a presto....per sempre.

Anonimo ha detto...

vuliamu IL MAESTRO.
CHi fini fici?
MA E STRO
MA E STRO
MA E STRO