venerdì 30 ottobre 2009

'u toccu





Pensavo fosse sparito mentre invece lo fanno ancora. E sotto casa mia. Un gioco fra uomini. Una sfida e una punizione. Con regole astruse, dove chi viene dichiarato “patruni” non gestisce nulla, mentre “u sutta” comanda. Ho partecipato una volta sola, tantissimi anni fa, senza capirci niente ma bevendo parecchio. Mi coinvolse mio fratello insieme a suoi diversi amici. Il gioco. Si fa di solito in taverna o in alcuni bar. Naturalmente le donne non partecipano. Solo uomini. Sei otto uomini, seduti attorno ad un tavolino a contendersi della birra. Per mezzo della conta vengono decisi i ruoli di “sutta” e “ patruni”. Da qui parte il gioco. Basato sul far bere o no qualcuno dei giocatori. Non si rifiuta l'offerta di bere né si può chiedere da bere. Tutto qui. Quasi un gioco antico tornato in vita. Qui, proprio sotto casa mia.
Tra le due e le quattro del pomeriggio. Quando vorrei distendermi e riposare un'ora. Invece mi arrivano le loro voci. Seguite dallo strascicare delle sedie di plastica. Poi per alcuni minuti sembra che parlino tutti assieme. Un attimo di silenzio mentre fanno la conta. E inizia il gioco e finisce la mia possibilità di riposo.
In tutta quella serie di bottiglie di birra è concentrata tutta la loro orgogliosa virilità. All'indirizzo di chi per quel giro non beve vengono lanciate una serie di battute. Come se al malcapitato venisse sottratto del testosterone. Sghignazzi e applausi. Urla quasi strozzate. Rumore di bottiglie. La classica barzelletta che fa scaturire una risata collettiva con contemporanea sbattuta di mani sul tavolino.
Anche la mia gatta sembra disturbata. Anche per oggi non si riposa.

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