sabato 30 dicembre 2006

Tu cosa ti compri di migliore?


Un detto popolare sottolinea che chi fa un certo mestiere difficilmente godrà della propria arte. Indica il ciabbattino che cammina con le scarpe rotte e il sarto che porta i pantaloni bucati. Mi hanno sempre incuriosito i motti e detti popolari e alcuni più degli altri. In coda alla posta o in banca, ma anche dal dentista, se non ho nulla da leggere arrovello la mente cercando di ricordare un proverbio, possibilmente in dialetto, e magari farci delle varianti. O modificando il finale come in “Ci vuoli 'u viantu rintra a chiasa, ma no ca sannu a stutari i cannili” sostituendo l'ultima parola con “parrini”. In un certo senso quasi un rafforzzativo del senso di spegnimento.

U scarparu chi scarpi spunnati e u custuriari chi cavusi scusuti” la lista delle persone conosciute che rientrano nel genere si allarga su tutti . Anche su i poeti, senza amore.

Raggrumatore di sensazioni d'amore, spesso lo vedo andare a casa solo e come Dè Andrè all'oste vorrei chiedergli...

e tu cosa ti compri di migliore?


1 commento:

Anonimo ha detto...

palermo:ci vuoli 'u vento in Chiesa, ma no kava astutari i cannili.

continente:
ci vuole il vento in chiesa, ma non deve spegnere le candele.

rifacimento angelico:
ti vola il vento in chiosa, ma non vede stendere le candele.
c'e un caldo da morire....
ma la candelora quadrata ancora sù è!