Un detto popolare sottolinea che chi fa un certo mestiere difficilmente godrà della propria arte. Indica il ciabbattino che cammina con le scarpe rotte e il sarto che porta i pantaloni bucati. Mi hanno sempre incuriosito i motti e detti popolari e alcuni più degli altri. In coda alla posta o in banca, ma anche dal dentista, se non ho nulla da leggere arrovello la mente cercando di ricordare un proverbio, possibilmente in dialetto, e magari farci delle varianti. O modificando il finale come in “Ci vuoli 'u viantu rintra a chiasa, ma no ca sannu a stutari i cannili” sostituendo l'ultima parola con “parrini”. In un certo senso quasi un rafforzzativo del senso di spegnimento.
“U scarparu chi scarpi spunnati e u custuriari chi cavusi scusuti” la lista delle persone conosciute che rientrano nel genere si allarga su tutti . Anche su i poeti, senza amore.
Raggrumatore di sensazioni d'amore, spesso lo vedo andare a casa solo e come Dè Andrè all'oste vorrei chiedergli...
e tu cosa ti compri di migliore?
1 commento:
palermo:ci vuoli 'u vento in Chiesa, ma no kava astutari i cannili.
continente:
ci vuole il vento in chiesa, ma non deve spegnere le candele.
rifacimento angelico:
ti vola il vento in chiosa, ma non vede stendere le candele.
c'e un caldo da morire....
ma la candelora quadrata ancora sù è!
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