lunedì 5 dicembre 2011

Perchè la nascita è pianto



E' morto zù Carlo. Era un ciabattino, quando ancora le scarpe si riparavano. Aveva casa e bottega nello stesso locale. Poi diventò solo casa. Silenzioso passava le giornate davanti un televisore al plasma. Seduto sulla sedia a rotelle. La mattina alcuni nipoti, quelli veri, lo alzavano dal letto e lo sistemavano sulla sedia. Pronto a vedersi tutte le De Filippi della giornata. La sera facevano l'operazione opposta. Che pensione pensate potesse avere? Lui arrotondava vendendo stecchette di fumo. Dieci euro a stecchetta. Di quello scarso. Soprattutto nei fine settimana aveva un bel via vai. Aveva ottantasei anni e per una caduta è morto. Il terrore di finire in ospedale lo fece restare in silenzio. Fino a morirne.
Non so se ne fosse cosciente. Mi piace pensare di sì.
Poi lui esposto dentro la bara. Appena fuori la porta a destra un tavolo con la tovaglia a quadrettoni rossi e bianchi, a sinistra i tanti mazzi di fiori portati dai parenti. Sul tavolo pezzi di rosticceria e chinotto.
Più in là in piazza la solita festa del fine settimana.
La mattina del funerale i ragazzi del quartiere in onore di zio Carlo fanno esplodere diversi “botti”.
Uno dei nipoti al bar orgoglioso si vantava della festa fatta al morto. Perchè la nascita è pianto, la morte una liberazione.

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