lunedì 5 luglio 2010
Questa famiglia ariosa
Non una parola. Un ambasciatore e tre pezzi di carta. Una fotocopia di una tassa pagata, il modulo di una tassa da pagare e un assegno. Per risparmiare un quarto pezzo di carta, dietro la fotocopia il conto del “dovuto”. Cercavo aiuto, un conforto, un fratello, una sorella. Mi hanno dato il “dovuto”. Attraverso un intermediario. Per mantenere le distanze per non dare risposte, ma soldi.
E il cugino che fa da ambasciatore non sa nulla. Deve solo consegnare i pezzi di carta. “La famiglia è il bene più prezioso che hai...non dimenticarlo mai !!!”. Non è il sangue che fa famiglia ma le relazioni. Non è la consegna, da parte di un terzo, del “dovuto” che mi avvicina a mio fratello, né il silenzio, davanti un appello di aiuto, mi rende più cara mia sorella.
Siamo cocci di un vaso rotto. Irreparabilmente.
“No, non puoi rifiutare l’assegno. Faresti uno sgarbo a me.”
Poi ha il gelato in macchina, non può ascoltare la mia opinione, gli si scioglierebbe tutto lui è passato per lasciare i tre pezzi di carta e andare via. E poi il gelato starà già colando, un saluto una stretta di mano e un “ci parru io cu tò frati” non richiesto.
E questa loro famiglia mi sembra sempre più ariosa. Proprio come una camera a gas.
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1 commento:
io ho due sorelle, una vive a roma e l'altra qui.
ci sentiamo raramente, e quando accade è per necessità. tipo l'ultima tel di mia sorella romana, che si informava se il 26 luglio al compleanno di mamma potevo starci io visto che loro già avevano organizzato le loro vacanze.
per il mio compleanno mia sorella palermitana mi ha scritto un sms di sei parole, firmato "tua sorella", come se non avessi il suo numero...
la cosa più tremenda è che io ci sto ancora male, ogni volta, mi illudo che le cose possano cambiare, che ci ritroveremo, che riusciremo magari anche a litigare. e invece nulla, è finita la sensazione di essere famiglia.
ho il terrore di quando mia madre morirà.
ci sarà una scanna, già lo so. rivendicheranno parole, pensieri opere e omissioni, e ne uscirò con le ossa rotte.
come si fa a respirare, respirare e restare distaccati da tutto questo?
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