lunedì 15 marzo 2010

Allora, non vuoi farti chiavare dal tuo stallone?




“Ti si legge in faccia quanto sei miserabile... Adottato e mantenuto di merda! Prova a fare la mia vita x 1 giorno, moriresti x questo ho voglia di sfondarti!”

Un abbraccio e quattro chiacchere davanti ad un pub. Forse ubriachi entrambi. Poi non ci siamo più visti. Non ricordavo nemmeno più il suo nome. Lo rividi mesi dopo. Ho difficoltà a capire quando qualcuno mi sta corteggiando. E anche allora ci misi del tempo a realizzare i suoi intenti. Veniva spesso in negozio. Si parlava del più e del meno. Un pò fuori di testa ma in fondo un bravo ragazzo. Le visite divennero sempre più frequenti fino a diventare un chiaro corteggiamento. E un giorno una richiesta esplicita:
“Vengo a casa con te?”
“No!”
“Non vuoi fare sesso con me?”
“Non mi attizzi”
“Perchè?”
Allora ho capito che non si comunicava. Cominciarono dapprima i disegni. A cera. Graffi e violenza. Lasciati da lui per me. Poi lettere con deliri e inviti. Con il numero del suo cellulare. Da usare se “avessi avuto le palle per un incontro con un uomo vero”.
Da più di un anno abita vicino al mio posto di lavoro. E sono stati mesi di appostamenti. Ancora lettere e foto. Foto sue. Lui più o meno nudo. Che offriva il suo “arnese”.
“E te lo dico non perchè mi aspetto qualcosa in cambio, ma perchè sapendolo, tu non faccia più la troia con sorrisini e ammiccamenti da lontano! Perchè la prossima volta che lo fai, ti bacio con una focosità di cui ignori l'esistenza”.
Non so come venne a conoscenza del numero del mio cellulare.
“Hai proprio un carattere di merda! Non vorrei avere a che fare con te nemmeno se mi pagassero 1000 euro al giorno! 'fanculo, me compreso”
fu il suo primo sms. E da allora ne ricevetti centinaia.
“Mi ha fatto litigare con te ieri, sono molto più sensibile di quello che credi. Solo che io non vivo nei tuoi salotti chic, ma in contesti dove devo fare il duro, il grezzo perchè altrimenti ti spezzano. Ti voglio bene”.
Al ritmo di tre quattro al giorno. All'inizio quasi divertito dai messaggi assurdi che ricevevo, dopo un poco divenne un fastidio.
“Io sono un cane bastardo sensa padrone! Tu invece mi intenerisci e mi addolcisci parecchio... un contrasto che è come una scheggia piantata nel mio cuore”.
Lui continuava malgrado più volte a voce gli avessi fatto notare il mio non interesse a leggere quelle sue frasi. L'ultima volta mi rispose mostrandomi il dito medio. Quindi decisi di cambiare scheda al cellulare. Finalmente. Ma...
Da allora lui cominciò a passare mattinate in negozio. Sfogliando giornali, telefonando con il suo cellulare. Io cerco di ignorare la sua presenza. Lui fa lo stesso con me. Ma lui è lì per me. Ed io mi sento controllato. E circondato da un delirio.
“Il pensiero che non ti avrò si stà già insinuando dentro di me, sopra le mie mani, sui miei occhi... crudelmente, dolcemente! E lo amo questo pensiero, perchè è la sola cosa che ho di te”.
Tutte le energie le spreco cercando di allontanare dei pensieri che tornano ossessivamente.
“Ti amo e mi fà male!”
Avete avuto un primo contatto, benvenuti nel delirio.

“Allora, non vuoi farti chiavare dal tuo stallone?”

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