Pronto
soccorso. Dico che sarebbe meglio se mi trovassero un letto nel
reparto di Oncologia. Sembra quasi che tirino i dadi. Esce...
Medicina d'Urgenza. Continuo a insistere, dico che secondo me il
posto giusto sarebbe Oncologia. Mi tengono in osservazione. Tra un
tiro di dadi e l'altro c'è bisogno di una pausa. E può durare
giorni. Ecco infine un altro lancio. Stavolta esce Medicina II. Una
volta in reparto, ripeto ai medici le mie ragioni, che è inutile
curare una parte del corpo senza tenere conto dell'insieme. Niente,
il gioco va avanti.
Altro
giro di dadi. Questa volta li tirano dopo il consulto con
un'oncologa. Giro fortunato! Sono stato finalmente trasferito al
reparto di Oncologia.
Come
al solito il trasferimento viene annunciato all'ultimo minuto.
“Le
è stato comunicato che è stato trasferito a Oncologia?”
“Veramente
no, lo sto sentendo adesso.”
“La
dottoressa non l'aveva avvisata?”
“ No,
mi ha solo detto che avrebbe controllato se c'era un letto libero.”
“Glielo
dico io. Oggi pomeriggio sarà trasferito.”
Inutile
chiedere a che ora. Tutto dipende dalla disponibilità della navetta.
Filippo
e Piero stanno giusto andando via. Mi comunicano che è arrivata la
navetta, sono pronti a trasferirmi.
“Come
faccio a caricarmi di tutta questa roba e a portarla giù?”
“La
lasci qui e poi mandi qualcuno a prenderla,” mi dice un operatore
sociosanitario.
Lo
guardo lanciando saette di fuoco dagli occhi.
“Io
non lascio nulla. Potete prendere una barella e caricarla con le mie
cose.”
Niente,
non si può. Fortunatamente Filippo e Piero sono ancora nelle
vicinanze. Li chiamo e tornano indietro per aiutarmi nel trasloco.
Breve
viaggio. Infine arrivo all'Edifico 17C... dove mi trovo tuttora.
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