Cinque anni di analisi di gruppo, con un consistente
lavoro dentro di me. Anche osservando gli altri componenti del
gruppo. Si entra in terapia, di solito, per una profonda ferita
nell'anima, ancora aperta e sanguinante. Spesso si tende a pensare
che sarà cancellata. Non funziona così. La ferita
resterà sempre lì. Rimarginata, non più
sanguinante. Solo una cicatrice, ma sarà lì. Ogni tanto
può dare fastidio. Non sparirà del tutto. Sarà
sempre lì.
Mio zio Agostino, chiamato da molti u monaco. Da
piccolo per devozione, vestirono il bimbo con un abito monastico. Da
lì il sopranome che gli rimase per tutta la vita. Lavorava
presso le ferrovie svizzere. Tornava a casa due, tre volte l'anno.
Portava dei regali anche a noi bambini. Una macchinina di latta,
riproduzione di un'auto di lusso. La scimietta alla quale si dava la
corda e suonava i piatti. Il gattino con una pallina fra le zampe che
correva e poi girava su se stesso. Tutti giocattoli portati per noi,
ma con i quali potemmo giocare pochissimo. La loro inevitabile fine
era quella di essere esposti in una vetrinetta come oggetti da
collezione.
Ci
avevano presentati come se non ci conoscessimo. Anche se qualche
particolare lo avevo dimenticato, la nostra conoscenza era più
profonda di quanto io pensassi. Avevamo scelto di vederci una sera
davanti a una birra. Lui giocava con me, perché aveva più
memoria. Io lo trovavo affascinante e non riuscivo a staccare i miei
occhi dal suo viso. Ricordavo come il destino giocò con noi,
per non farci incontrare. Per diversi anni. Lui si divertiva con i
vuoti nella mia memoria. Contraddicendo ciò che io sostenevo.
La serata fu deludente. Trattato da giocattolo. Al quale si può
anche chiedere:
“Ma
tu avresti intenzione di venire a letto con me?”
“In
verità, sì”
“Te
lo puoi scordare. Non succederà mai.”
Si
può dire di no.
Si
può rifiutare.
E'
il modo che uccide.
Chiusi
il volume. Fissai il soffitto senza certezze. L'uomo nell'alto
castello, di Philiph Dick.
Mi
chiedevo cosa fosse falso e cosa fosse reale. Mi sentii come se fra
me e quello che i miei occhi vedevano là fuori c'era una forma
di distanza. Tutto poteva aveva la caratteristica del vero e nello
stesso tempo poteva essere falso. Nessuna versione era più
convincente dell'altra. Se non sono impazzito allora, non impazzirò
più.
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