I
festeggiamenti per i cinquant'anni del mio amico Angelo, residente a
Bologna. Ci invitò alla festa contemplando nell'invito anche il
soggiorno nell'albergo del Circolo Ufficiali. Io e Filippo eravamo
divertiti dalla festa che comprendeva, tra i vari momenti, anche
l'arrivo a sorpresa di un amico cubano da tempo assente dalla città.
Il poveretto si prestò di buon grado a quell'ingresso teatrale, ma
dovette passare buona parte della serata fuori tremando di freddo.
Il
prete che mi corteggiò per tutta la sera, in un albergo di Milazzo.
Lui lavorava per un importante giornale del Vaticano. Giusto per non
fare nomi... Civiltà Cattolica. Durante la cena, indifferente alla
presenza di tanti miei amici, mi corteggiava e allungava la sua gamba
verso di me. Vero è che l'albergo Rosa era frequentato quasi
esclusivamente da omosessuali. Ma lui fu sfacciatissimo. Mi propose
ufficialmente un bagno in mare intorno a mezza notte. Perché i preti
e la verità non sono compatibili? Il bagno in mare servì solo per
sciacquarci con l'acqua salata.
Scrivevo
usando una macchina per scrivere. Una rossa Valentina della Olivetti.
Comodo strumento per me che ho una calligrafia illeggibile. La usavo
spesso per scribacchiare o per rispondere alle lettere dei miei
genitori o di qualche amico. Non ricordo cosa stessi scrivendo.
Ricordo il movimento della tendina vicino alla finestra. Poi da lassù
spuntò un topolino. Il terrore mi immobilizzò davanti alla rossa
Valentina. Non riuscivo a muovermi per niente, mentre lui si faceva
una passeggiata lungo lo stucco di gesso. Andata e ritorno. Poi di
nuovo la tendina fu scossa come da un venticello. Infine sparì,
lasciandomi nel panico e facendomi passare una notte insonne.
Una mattinata con le mie
nipoti, Valeria e Marianna. Loro così piccole, con me a villa
Giulia. Io le fotografavo. Loro, due pazze felici di potersi
scatenate in lungo e largo per la villa. Con loro mi sono divertito.
Forse più di loro.
Non potevamo perderlo.
Allora abbiamo saltato la scuola. Ci sentivamo quasi banditi. Non
andare a scuola l'ultimo anno di terza media. Ma come facevamo a
perderci il film. Dopo tanto tempo finalmente lo avevano distribuito.
E noi avevamo l'occasione di vederlo. “Help” dei Beatles. Noi lo
abbiamo visto.
“Men”. Nel 67-68
compravo questa rivista per soli uomini. Sì, quella dove in
copertina c'era sempre una ragazze con le tette di fuori, quasi
sempre di dimensioni fuori dal comune. Stampato in bianco e nero su
carta scadente, con la parte destra della pagina seghettata. Di
tutta la rivista, mi piacevano le pagine con l'editoriale e le
lettere al direttore. L'altra era una rubrica di posta tenuta da Jo
Stajano, dedicata espressamente a lettere di omosessuali. Le altre
pagine erano inutili. Fu da questo giornale che nacque l'incontro con
Luciano Massimo Consoli.
Il maggiolino verde di
Boris. La macchina che possedeva quando lo conobbi. Le altre non le
ricordo. Sarà perché con il maggiolino non gli vidi fare mai quello
che fece con altre auto. Boris quando era in difficoltà non
accettava né consigli né tanto meno critiche. Come dirgli di non
fare un sorpasso in una curva cieca mentre stava per farlo? Non gli
dissi nulla. Quando vidi che dalla parte opposta stava arrivando un
camion, chiusi gli occhi e puntai i piedi.
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