I calzoncini corti li ho
portati fino alla seconda media. Un compagno di classe, quando
salivamo le scale, si metteva dietro di me. Ogni tanto si divertiva a
farmi notare i lunghi peli che avevo dietro le cosce. E li tirava,
facendomi anche male. Non so come, un giorno decisero di farmi
indossare un paio di pantaloni di mio padre. Furono il mio primo
pantalone da adulto. Smisi i calzoncini corti. Ero cresciuto, mi
dicevo. Il compagno di classe non ebbe più modo di misurare la
crescita dei miei peli. Credo che un po' gli dispiacesse.
La pastina con il dado
della zia Mariuccia, sposata con mio zio Sarino. Due bambine.
Tiravano avanti con il magro stipendio di mio zio. Risparmiavano su
tutto. Facevano una vita molto modesta. Spesso per cena faceva la
pastina con il dado. Dado che era già un lusso. Ma la felicità e la
serenità che si respirava in quella casa l'ho vista raramente. E
quella pastina per me diventava un concentrato di sensazioni.
Compreso il bacio con lo schiocco che dava mia zia a suo marito,
accompagnato sempre dall'espressione: ”Che beddu me maritu”
Il cliente strano. Me lo
aveva annunciato l'ex proprietario dell'edicola che avevo comprato.
Mi accompagnava nella conoscenza dei suoi ex clienti che sarebbero
diventati i miei. Mi indicava le preferenze descrivendoli anche
fisicamente. C'erano quelli ai quali mettere da parte tutte le
riviste di auto. O di barche. A chi il Sorrisi e Canzoni. E
poi due che cercavano fumetti. Uno che lavorava in banca e passava
la mattina. L'altro passava con la bici e uno zaino. Anche lui
cercava fumetti.
“E' strano,” mi disse
l'ex edicolante. “Li guarda da tutte le parti. Non sempre prende
quello che gli conservo”.
Maurizio: il cliente
strano. Cominciò a chiacchierare con me. Stupito che amassi i
fumetti quanto lui. Le sue soste diventarono giorno dopo giorno
sempre più lunghe. Dopo giorni di ripesamenti, tirò fuori il nome
del negozio. Un giorno arrivò deciso e mi disse “Ho il nome:
Altroquando.”
La nafta che si infiltrava
nei pori di mio padre. Grasso di motore o qualsiasi altra porcheria
fosse gli macchiava il dorso delle mani. Mio padre lavorava
nell'officina di una ditta di corriere, e la sera tornava a casa con
i pori pieni di quella robaccia. Teneva le mani dentro una bacinella
con dell'acqua calda. Lasciava ammorbidire per un bel po'. Poi,
pazientemente... spremendo, faceva uscire quei vermicelli neri.
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