Notte
insonne. Mi connetto a Facebook. Rispondo ai messaggi. Ho nuovi
amici. Ci raccontiamo storie belle, ma anche dolori. Chi ha sogni
realizzati, chi li insegue da una vita. Penso al mio Macciupicciu
ormai troppo alto, non ce la potrei mai fare. Bevo in continuazione.
Dal succo di frutta, al latte, a semplice acqua. Scrivo qualcosa.
Provo a mettermi a letto. Filippo già dorme da un pezzo. Dopo
poco devo alzarmi per il fastidio lungo le gambe. Cammino un po' per
casa. Riaccendo il computer. Attraverso le cuffiette ascolto Mozart,
che mi rilassa. Prendo l'alprazolam, sperando mi induca il sonno. La
connessione a Internet funziona a momenti. Guardo lo schermo come ai
tempi del Commodore 64. Stessi tempi interminabili passati a fissare
uno schermo che non fa nulla. Mischio latte e succo di frutti rossi
(così recita la scritta sul brik). Lo bevo direttamente dalla
bottiglia del latte dove avevo preparata la miscela. Tento di
resistere, ma poi scatta in automatico il gesto e mi accendo una
sigaretta. I dolori persistono. Ho provato più volte a
dormire, ma dopo poco ero costretto ad alzarmi dal letto. Prendo una
tachipirina. Ripeto i gesti di quando torno dal letto. Accendo il
computer. Cerco qualcosa di dolce in cucina. Sfogline di cioccolato
all'arancia donatemi dalla carissima Sandra. Tre sfogline ed un
bicchiere di latte. Sublime. Do al dolore il sapore di cioccolato
all'arancia. Lo diluisco. Lo confondo e lascio prevalere quel gusto
di amaro e piacevole del cioccolato. Entrambi i gatti sembrano
straniti dal mio comportamento. Vorrei dormire, ma non posso. Scrivo
e alle volte mi balla tutto davanti agli occhi. Digito con molta più
lentezza del solito. Poi mi fermo a riflettere. Alle cinque del
mattino prima di crollare e addormentarmi.
Non
mi lamento. Da quel poco di notizie che riesco a ricevere
dall'esterno non è che questo paese se la stia passando meglio
di me. Potrei dire che io, lentamente, con enormi sforzi alle volte,
voglio e riesco ancora a camminare.
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