Ritorno
a Tori Amos. Mi dispiace, in fondo, perché poi, ascoltandola a casa
le resta addosso un piccolo tanfo di ospedale. I ricordi si legano
fra loro e poi l'uno non si stacca più dall'altro. Ancora
ricoverato. Che faccio? Do un'occhiata a Facebook.Rispondo ad alcune
mail. Ora mancano sei minuti a mezza notte. Che faccio per passare il
tempo? Metto le cuffiette e faccio partire “Under the pink” un
album di Tori amos. Le ascolto tutte mentre scrivo. Ma il terzo brano
ha su di me lo stesso effetto che “La vecchia fattoria” aveva
qualche anno fa sulla piccola Zoe. Non posso fare a meno di cantarla.
Sottovoce, un po' per non disturbare gli altri pazienti, un po' per
vergogna.
Non è che la mia voce sia tra le migliori, almeno per chi mi ascolta. Ma giuro, canto con tutto il cuore. E cantare, come ballare, non importa come lo fai. L'anima trova sempre una via d'uscita per lei agevole.
Non è che la mia voce sia tra le migliori, almeno per chi mi ascolta. Ma giuro, canto con tutto il cuore. E cantare, come ballare, non importa come lo fai. L'anima trova sempre una via d'uscita per lei agevole.
Nessun commento:
Posta un commento