Seconda
notte di febbre. Questa volta, forse perché era meno alta di
ieri, con mente più lucida ho preso il paracetamolo. Con
tutto ciò, alle otto di mattina avevo ancora la febbre. Poi,
il consueto cocktail di farmaci mi ha aiutato a riprendermi. La cosa
che più mi ha pesato in questi due giorni è stato il
non poter scendere come al solito per andare in negozio. Mi sento
isolato e fuori dal mondo. Prigioniero.
Una
cosa inutile. Ogni tanto mi balena il pensiero. Ma non voglio caderci
dentro. Mi appiglio a cose che riesco a fare. Anche a queste righe.
Al gioco che faccio con le foto. A Filippo che rientra e mi saluta:
“Ciao,
amore.”
Tutto
può rientrare nel farmi sentire ancora non inutile.
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