Domenica.
Mi ero ripromesso da tempo di sistemare le piante che tengo nel
piccolo balcone della stanza da letto. Pomposamente, lo chiamo... il
mio giardino. Palma da dattero, avocado, sclepia, lavanda, gigli. E
una pianta spuntata da un seme regalatomi da una amica. Non ricordo
però che cosa sia. Ho rinvasato questa pianta perché il
vaso s'era fatto troppo piccolo per lei. Ho pulito il balcone. Mi
sono stancato. Per rilassarmi mi metto davanti al computer. Poi la
doccia. Ero ancora stonato dal sonno perduto nelle notti precedenti.
Aspettavo il dopo pranzo per poter riposare e dormire.
Dopo
una favolosa pasta al forno, fatta da Pino, e delle ciliegie. Mi sono
messo a letto. Solito andazzo, anche se prendo l'Aticq, i dolori se
si devono presentare si presentano. Quindi mi alzo. Mi rimetto
davanti al computer. E sono le tre di pomeriggio. Per la pesantezza
dovuta al sonno ho solo fatto il guardone su facebook. Posso dire che
ho vagato. Vagato fra le foto. Alle cinque mi decido a riprovare e mi
metto a letto.
Stavolta
crollo completamente.
A
un certo punto, però, mi sveglio e...qualcosa non va. Il
sacchetto della nefrostomia è talmente pieno che si è
staccato. Con le naturali conseguenze. Vado per alzarmi e anche la
sacca della colostomia dà segni di cedimento. Mi sento
leggermente confuso e in difficoltà. Chiamo Filippo per
aiutarmi. Gli chiedo l'ora: le undici di sera. Quando mi alzo si
stacca dal catetere la sacca di raccolta. Non posso lasciarmi
prendere dalla disperazione. E' solo tempo di cercare di rimediare a
tutto. Una cosa alla volta. Con pazienza, con l'aiuto di Filippo...
una cosa alla volta.
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