La
casa dei miei era a Romagnolo. Una zona balneare dove nel giro di
pochi anni fu vietata la balneazione. Dove qualcuno trovava le
sigarette dei contrabbandieri, io un decennio dopo trovavo animali
morti. Casa dei miei era formata da tre vani, un bagno, una cucina
abitabile e la veranda. Le verande a Palermo, allora, avevano vita
breve Nel giro di un niente erano trasformate in nuovi spazi
abitabili. E così fu anche per la nostra. Diventò la
stanza dove c'era l'armadio a cinque ante. Mobili che non piacciono
più, ma non si buttano. Neglie sparse. Il mobile letto:
quell'orribile invenzione. In uno dei due lettini ci dormivo io.
Sull'altro, fantasticavo di notte, chi potesse dormirci. Erano sempre
esseri che mi mettevano paura.
Di
pomeriggio, in estate, la veranda diventava una sauna. Inutile
tenere aperta la finestra. Per come era stata costruita non c'era
niente da fare. Sopportavo il caldo pur di star lì, a far il
niente delle mie cose. In inverno, naturalmente, era la stanza più
fredda di tutta la casa. Allora mi avvolgevo in una coperta. Una di
quelle militari, comprate da mio padre ai Lattarini. Passavo tutto il
tempo che stavo a casa lì. Mi ci rifugiavo. Sì, era la
stanza della mia gioventù.
Distribuivamo
rose rosse e Liberazione. Primi ad annunciare la vittoria del
no all'abrogazione della legge sul divorzio. Liberazione, giornale
del Partito Radicale, era stato stampato prima di sapere il risultato
tanto si era sicuri di vincere. Facendo una colletta comprammo delle
rose rosse per distribuirle in segno di festa. Partimmo da Via Nicolò
Garzilli, dalla sede della Sinistra Socialista che ci ospitava.
Arrivati all'incrocio fra Via Ruggero VII e Via Mariano Stabile, una
decina di fascisti ci si para davanti con delle catene in mano. Fuggi
fuggi generale. Io e altri due compagni ci rifugiammo nella
farmacia di Via Mariano Stabile. Ci fecero mettere nel retrobottega.
Io vidi un martello e istintivamente lo afferrai. Ma fu un istante...
e lo rimisi al suo posto. Intanto avevano chiamato la Polizia. Arriva
la Digos e ci dicono di seguirli in Questura. Certi inviti non
prevedono un rifiuto. In macchina diretti in questura, un agente
seduto davanti si gira verso di noi e ci dice:
"Voi
avete vinto il referendum, loro hanno vinto nella piazza".
Milano
di notte. Io e Paolo ritornavamo a casa. Eravamo stati a casa di
amici e si ritornava in via De Castillia. In corpo una pastiglia di
acido in piena azione. Con Paolo era tutto più leggero. Non
c'erano ostacoli e tutto era possibile. Ci ferma un gatto. Paolo
inizia a parlargli. Lui inizia a seguirci a distanza. Arriviamo a
casa e dopo un attimo di indecisione entra dentro il portone e sale
le scale fino a casa. Gli diamo da mangiare quello troviamo in frigo.
Ben poco in verità. Noi eravamo felici di essere stati scelti
da quel bel gattone. Dopo due giorni di ospitalità è
sparito nel nulla. Come l'acido.
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