Grazie
al trasferimento a Palermo di Carlo Verri e Claudio Lo Bosco, il
movimento omosessuale ha ripreso a camminare. Da anni, a parte una
breve esperienza come Cooordinamento omosessuale palermitano, e
la presenza di Lady Oscar-Arcilesbica, sia
pure non attivissima, il
movimento era in letargo. Da allora qualcosa si è
mosso. Ci siamo svegliati. All'inizio eravamo in pochissimi, cinque o
sei persone. Siamo diventati Articolo Tre: Associazione omosessuale.
Successivamente è (ri)nata anche Arci Gay. Siamo arrivati,
oggi, al Gay Pride Nazionale. Il merito di Carlo e Claudio è
grandissimo in tutto questo.
Io
ho insistito affinché si usasse la parola omosessuale e non
gay nel nome dell'Associazione:
“Non
si può sbattere omosessuale così in faccia alla
gente,” disse qualcuno.
Neanche
il termine omosessuale fosse diverso da gay.
Mio
padre era un tipo diciamo accorto. Non spendeva soldi inutilmente.
Non lasciava accese le luci in una stanza se non ci stava nessuno.
Accorto nel chiudere i rubinetti per non sprecare acqua. In casa
veniva spesso deriso per questo. Tirchio, era il titolo che gli
avevano assegnato. Ma lui, imperterrito, continuava nella sua
missione. Quando andò in pensione, spesso faceva lui la spesa.
A mia madre questo non andava giù. Lei aveva difficoltà
ad uscire, i suoi acciacchi, di solito, la inchiodavano a casa. Un
giorno mio padre comprò dei pesci. Savuri. Fra i pesci
azzurri, diciamo, che hanno la carne meno pregiata. I savuri
bianchi sono un po' più buoni. Non ricordo bene, ma
sicuramente erano savuri...
Io
stavo rientrando, e sentii mia madre urlare:
“Arrieri
savuri! Ma sulu chistu accatti?”
Appena
entrato in cucina vidi mia madre che brandiva il coppo dei
pesci con il piglio di un provetto lanciatore di pesi. Un istante
dopo, un lancio perfetto... oltre la ringhiera del balcone.
E
fu il volo dei Savuri.
In
uno sperduto paesino della Lombardia. O meglio in un campo vicino -
ma non molto - al paesino. Lì si svolse una tre giorni di
controcultura, musica e cose così. Era il 1976: anno in cui
usciva una pubblicazione che si chiamava Puzz. Nata
inizialmente come fumetto si trasformò con il tempo in una
pubblicazione che aggregava un gruppo neo situazionista. Non
chiedetemi chiarimenti in proposito. A pelle mi erano simpatici. Mi
piaceva la creatività che traspariva dalle loro pubblicazioni.
Certo non era facile da leggere, usavano un linguaggio piuttosto
contorto. Almeno per me. Quella tre giorni fu organizzata in larga
parte dal gruppo di Puzz. C'ero andato con Umberto Tiboni. Lui
era presente anche come distributore e partecipò anche a
qualche dibattito. L'esperienza per me fu piacevole. Anche se si
dormiva in tenda. Il momento tragico per me era quando dovevo andare
in bagno. Non esistevano bagni chimici. Ci si poteva appartare dietro
un cespuglio, dimenticandosi acqua e bidè, usando qualche
foglia. Mentre oggi avrei meno problemi di questo genere. Con qualche
sacchetto e alcune salviette ce la potrei pure fare.
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