Oggi
era il turno della visita con l'oncologa. Dalla quale sono uscito con
un quesito linguistico. Il senso da dare alle parole “Non si
scoraggi”. Che vuol dire? Per lei forse è un augurio? Per
me, parte lesa, vuol dire che c'è di che temere? Perché
non mi ha detto semplicemente “Coraggio”? Un invito chiaro,
esplicito. La negazione all'inizio non va bene. Bisogna essere
positivi. Ma d'altra parte per i risultati clinici venuti fuori cosa
poteva dirmi?
Non
posso fare né chemio né radioterapia a causa della
leucopenia. Globuli bianchi bassi, quindi resto sospeso. Poi la
febbre di questi giorni aggrava ancora di più le cose.
Sono
al largo e nuoto verso la riva. Non sono poche le bracciate che ci
separano. Non mi scoraggerò. Non lo farò. Ma questa
sera mi posso permettere un minimo di autocommiserazione?
E
piangere...
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