Visita
dall'ematologo. Non è lo stesso che mi ha seguito fino ad
oggi. Questo mi indispone un poco. Non conoscendomi, deve...
naturalmente, capire il caso. Legge solo l'ultima relazione
del suo collega. Secondo me, un po' troppo frettolosamente. Fra
l'altro, in quel foglio c'è scritto chiaramente: “Si
richiede revisione istologica a Bologna, referto disponibile fra due
settimane”. La risultanza logica dovrebbe essere di cercare la
revisione richiesta. No, devo essere io ricordargli che manca. Va di
là, dall'infermiera, e ritorna con il referto dei vetrini
arrivato da Bologna.
Mi
dice di sospendere il cortisone che prendo da più di un mese.
Gli
chiedo:
“Quindi
da oggi posso sospenderlo? Non lo prendo più?”
“Sì,
lo può sospendere.”
Poi
si mette a scrivere... o meglio trascrivere, perché per lo più
sono i risultati di alcuni esami. Gli chiedo se c'è l'esame
di sangue per la tipizzazione dei leucociti. Non ne sapeva nulla e mi
dice:
“Vada
a farselo dare dall'infermiera.”
Io,
il malato... che cammina con evidente difficoltà... vado
dall'infermiera.
Lui
riprende a scrivere.
Mi
puntualizza che devo farmi riscrivere la richiesta dal medico di
base. La dizione “CA Retto” non va bene. Devo far mettere “Anemia
e neutropenia d NDD”.
“Con
la prima non ha nulla da fare qui. Con la seconda sì” mi
dice dopo aver riempito una pagina di nulla. Trascrivendo parte della
relazione di Bologna, i dati della tipizzazione e i risultati del
laboratorio di esami clinici.
Conclude
con:
“Si
rinvia all'oncologo di fiducia per le cure del caso.”
E
buonanotte ai suonatori.
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