La
mattina è iniziata con una spossatezza che non riusciva a farmi fare
nulla. Ho preso coraggio e alla fine, alla belle e meglio, mi sono
preparato per uscire. Pino è venuto a prendermi in macchina, e con
Filippo siamo partiti per questa nuova avventura. Il posto dà
sensazioni contrastanti. Da una parte sembra quasi un albergo.
Dall'altra, poi, scopri piccole crepe. Sono ospitato in una stanza da
solo, con un letto in più per eventuali parenti. Il cibo
naturalmente è sempre quello. Quindi prima o poi rincontrerò la
maledetta pastina. Oggi pasta con salsa di pomodoro e spezzatino con
piselli e carote. Mangiato quasi tutto, la fame non va tanto per il
sottile. Il personale già dal primo impatto sembra molto
disponibile e gentile. Trovato subito il punto fumatori. Vicinissimo
alla mia stanza. Attrezzato con posacenere. L'uscita dà sulla scala
di sicurezza. Con veduta di parte del cimitero. Non vedo l'ora che
arrivi il buio per vedere le luminarie. Alla prima sigaretta ho
conosciuto Ilde. Lei è qui per il marito. Simpatica signora, dopo
poche battute siamo passati al tu. Abbiamo conversato fumando seduti
sulle sedie a rotelle. Mancava solo un tavolino e del tè. Mi
racconta che da diversi mesi ormai vive qui per assistere il marito.
Come al solito la domanda di rito, questa volta posta in modo
diverso:
“Resta
sua moglie questa notte?”
“Resta
Filippo, il mio compagno”
Perché
le persone sono sempre più disponibili di quello che uno pensa?
In
ospedale per la terza volta. Oggi tredici luglio parte l'avventura in
Hospice.
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