lunedì 5 agosto 2013

Edificio 17A - Cose che ricordo del passato 37



Al tramonto. Al tramonto è più bello. Con questa certezza decidemmo di entrare a visitare il Cimitero Monumentale di Milano. Da giovani si gioca con la morte. E noi, io e Paolo, giovani lo eravamo. E potevamo permetterci di giocarci. Avvolgevamo gli angeli nelle nostre sciarpe. Ridevamo davanti a certe sculture. Sfottendo i diversi angeli piangenti come anche le tante donne, tutte afflitte, con il capo chino, sempre coperto da un velo. Prendevamo in giro questi stereotipi. Senza accorgerci che lì dentro qualcosa andava cambiando. Ogni tanto ci ritrovavamo incantati a osservare una scultura. A perderci nelle curve del velo, nei lineamenti vivi del volto, la finezza delle mani. Cominciammo così a ridere di meno e a osservare di più. Periodi storici che si accavallavano. Documentabile a occhio, dal tipo di stile utilizzato. Un vero viaggio nel tempo e nell'arte. Noi, rapiti da tutto ciò, non avevamo realizzato che era ora di uscire.
Fuori avevamo quasi vergogna a svelarci il sentimento che avevamo nei confronti del posto appena lasciato. Eravamo entrati spavaldi giovani, che volevano sfottere tutto, siamo usciti incantati da quello che avevamo visto.
La morte? La morte può aspettare.
La bellezza vince su tutto.


Non dormivo da Boris. Andavo da lui il pomeriggio e poi la sera, sul tardi, lui mi accompagnava a casa. Un'estate decidemmo di andare a mare di mattina. Lui era libero dalla scuola quindi potevamo approfittare del suo tempo. Andavamo a Barcarello. Quando c'erano ancora solo due baracchine, una che vendeva pane e panelle e l'altra che si spacciava per un bar. Io partivo da Romagnolo per arrivare a casa di Boris in viale Strasburgo. Per chi non conosce Palermo, basti dire che prendevo due autobus per arrivare a destinazione. Il viaggio, se tutto andava bene, durava dai quarantacinque minuti a un'ora. Mia madre, sempre premurosa quando poteva darmi del cibo, mi preparava il fagotto da portare via. Ed io mi facevo il tragitto accompagnato dall'odore di una frittata con patate e menta, delle melanzane fritte, o quello sempre più irresistibile di una parmigiana. A mare ci si andava più che altro per prendere un poco di sole. Anche perché il mare dove ci sono scogli non fa per me. Preferisco la sabbia e il mare che degrada lentamente. Mentre gli scogli nascondono, per un non provetto nuotatore come me, insidie inquietanti. Comunque avevo trovato una specie di vasca dove facevo abluzioni più che nuotare. Una papera che sguazzava nell'acqua. Era bello lo stesso. Per me era importante stare con lui e con lui condividere le bontà che amorevolmente mia madre ci preparava.









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