martedì 15 giugno 2010

Obiezione di coscienza



In questi giorni di fermento per la preparazione del primo Gay Pride a Palermo, mi piace riproporre il testo della mia obiezione di coscienza al servizio militare, che risale a circa quarant'anni fa. In quegli anni il servizio militare era obbligatorio. Gli omosessuali dichiarati, con un atto discriminatorio, venivano esentati dal servizio. Erano anni nei quali perfino L'Internazionale, giornale anarchico, riteneva la mia omosessualità qualcosa di cui non era il caso parlare.
Il testo fu inserito all'interno del "Manifesto per la rivoluzione morale" (http://www.cybercore.com/consoli/documenti.htm)
Il manifesto curato da Luciano Massimo Consoli lo stampammo con un ciclostile, era il 1971.



"Amsterdam, 19/4/71
Io, sottoscritto Salvatore Adelfio, nato a Palermo il 5/12/51, dichiaro, in perfetta coerenza con le mie idee morali, di rifiutarmi di prestare il servizio militare perché anarchico e omosessuale. Come anarchico, profondamente radicato nella convinzione che ogni forma di autorità costituisca una violenza alla libera autodeterminazione, la mia coscienza si ribella anche al solo pensiero di dovere sottomettere la mia individualità a qualcosa o qualcuno (“patria”, “nazione”, “governo”, “esercito”, “generali”...) che di me userebbero come strumento dei loro fini di classe al potere. Come omosessuale mi sembra autolesionismo masochistico contribuire, sia pure in minima parte, alla difesa, al potenziamento o al mantenimento di un ordine sociale innaturalmente oppressivo e repressivo delle mie aspirazioni più profonde e più in me radicate, che m’impedisce il libero sviluppo della mia personalità nei modi e con i mezzi di cui la natura mi ha fornito e dei quali ha voluto concedermi l’uso. Desidero precisare che la mia non è una mera posizione di principio. Non sono contrario al servizio militare in quanto tale, ma poiché esso è un mezzo autoritario attraverso il quale la classe al potere mantiene ed accresce i propri privilegi a scapito della libertà economica, politica, religiosa, sessuale, morale... dei singoli individui. In una comunità veramente libera, la cui funzione più rilevante fosse la necessità di adattare la società ai bisogni e ai desideri dell’uomo e non viceversa; nella quale le donne fossero considerate come esseri umani di sesso femminile e non un”’appendice” del maschio; nella quale l’omofilia fosse compresa come una differenza di sviluppo sessuo-emozionale e non una perversione, o un’inversione, o un vizio o, quando proprio si vuol sembrare tolleranti, una malattia; nella quale ad ogni singolo individuo venga fornita la possibilità pratica di realizzare se stesso nei modi e con i mezzi più confacentisi alla sua personalità... in una società siffatta avrei considerato mio preciso dovere, da assolvere fino in fondo, la difesa della comunità nella quale vivevo, anche attraverso la prestazione del servizio militare

Salvatore Adelfio”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Meraviglioso!
Grande Salvo