tag:blogger.com,1999:blog-4892307604045264056.post3539246506796920007..comments2023-04-02T15:13:43.404+01:00Comments on Sadeide: Edificio 17A – Il maresalvatorehttp://www.blogger.com/profile/10452493973012448835noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-4892307604045264056.post-40043350459999570812013-08-08T11:36:32.099+01:002013-08-08T11:36:32.099+01:00Ero meno di un bambino, avrò avuto cinque anni, o ...Ero meno di un bambino, avrò avuto cinque anni, o giù di lì, l'estate la trascorrevamo a casa dei nonni paterni, a Carini, avevano una villetta a monte dell'autostrada più o meno all'altezza del Bioparco (che allora era una distesa di carciofi). Si stava là, tutta la famiglia, di sei fratelli di papà, cinque compresi noi stavamo a casa dei nonni. Il sesto no, lui era ricco. La casa era piccola, eppure quelle cinque famiglie trovavano un posto in cui dormire, il mio giaciglio era su un'asse di legno distesa su due sedie, lo ricordo ancora a distanza di quaranta e più anni. Andavamo a mare, noi bambini, con la sorella di papà, giovanissima e signorina (ora si direbbe single) e una delle cognate a turno. Attraversavamo un sottopassaggio sotto il ciglio autostradale e ecco la spiaggia, il mare. C'era un canneto e nonno tagliava quelle più lunghe e improvvisava canne per la pesca da fermo. Non prendevamo nulla, ovviamente, ma era un momento esaltante: "Sta mangiando, nonno?" - "No" - "Ma sento qualcosa muoversi..." - "E' la corrente!", diceva. La cosa che mi faceva davvero impazzire erano le pietre galleggianti. "Zia Erina, quelle pietre galleggiano!". Era pomice, pietra vulcanica, mi spiegò zio Enzo, il fidanzato della zia Erina, chimico e pertanto intellettuale. Zio Enzo aveva il compito di condire l'insalata, chissà perché, forse perché era chimico? Mi svelava misteri affascinanti, del tipo che tutto è formato da molecole. Anche la pece, che abbondava su quelle coste; non credo per via dell'inquinamento ma per le correnti che spingevano sin da noi il catrame di Stromboli immagino. E la pietra pomice la usavamo per pulire i piedi da quella sostanza oleastra e appiccicosa. Erano estati meravigliose. Io andavo a caccia di lucertole con le spighe legate a cappio, insieme al nonno materno, che mi raccontava storie di mare. Lui era stato marinaio e aveva fatto più volte il giro del mondo a bordo di lunghissime petroliere. Mi parlava di Sandokan e del Corsaro Nero. Originario dell'isola d'Elba mi diceva che lui sull'isola di Montecristo c'era stato ma di tesori non aveva trovati. Poi è arrivato il benessere, e ognuno s'è fatto la villa a mare, e così niente più estati circondato da zii, cugini e nonni. Lo zio Enzo però condisce ancora l'insalata, solo che lo fa a casa sua...Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/15245503500530568683noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4892307604045264056.post-48206709137765988152013-08-08T11:32:20.726+01:002013-08-08T11:32:20.726+01:00Ero meno di un bambino, avrò avuto cinque anni, o ...Ero meno di un bambino, avrò avuto cinque anni, o giù di lì, l'estate la trascorrevamo a casa dei nonni paterni, a Carini, avevano una villetta a monte dell'autostrada più o meno all'altezza del Bioparco (che allora era una distesa di carciofi). Si stava là, tutta la famiglia, di sei fratelli di papà, cinque compresi noi stavamo a casa dei nonni. Il sesto no, lui era ricco. La casa era piccola, eppure quelle cinque famiglie trovavano un posto in cui dormire, il mio giaciglio era su un'asse di legno distesa su due sedie, lo ricordo ancora a distanza di quaranta e più anni. Andavamo a mare, noi bambini, con la sorella di papà, giovanissima e signorina (ora si direbbe single) e una delle cognate a turno. Attraversavamo un sottopassaggio sotto il ciglio autostradale e ecco la spiaggia, il mare. C'era un canneto e nonno tagliava quelle più lunghe e improvvisava canne per la pesca da fermo. Non prendevamo nulla, ovviamente, ma era un momento esaltante: "Sta mangiando, nonno?" - "No" - "Ma sento qualcosa muoversi..." - "E' la corrente!", diceva. La cosa che mi faceva davvero impazzire erano le pietre galleggianti. "Zia Erina, quelle pietre galleggiano!". Era pomice, pietra vulcanica, mi spiegò zio Enzo, il fidanzato della zia Erina, chimico e pertanto intellettuale. Zio Enzo aveva il compito di condire l'insalata, chissà perché, forse perché era chimico? Mi svelava misteri affascinanti, del tipo che tutto è formato da molecole. Anche la pece, che abbondava su quelle coste; non credo per via dell'inquinamento ma per le correnti che spingevano sin da noi il catrame di Stromboli immagino. E la pietra pomice la usavamo per pulire i piedi da quella sostanza oleastra e appiccicosa. Erano estati meravigliose. Io andavo a caccia di lucertole con le spighe legate a cappio, insieme al nonno materno, che mi raccontava storie di mare. Lui era stato marinaio e aveva fatto più volte il giro del mondo a bordo di lunghissime petroliere. Mi parlava di Sandokan e del Corsaro Nero. Originario dell'isola d'Elba mi diceva che lui sull'isola di Montecristo c'era stato ma di tesori non aveva trovati. Poi è arrivato il benessere, e ognuno s'è fatto la villa a mare, e così niente più estati circondato da zii, cugini e nonni. Lo zio Enzo però condisce ancora l'insalata, solo che lo fa a casa sua...Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/15245503500530568683noreply@blogger.com